Che distinta famiglia!

ITALIA 1943
Il giovane duca Michele Montischi si vede rifiutare dal consiglio di famiglia riunitosi per l'occasione, il consenso a sposare Mary, una attrice di teatro. Per ottenere il consenso della famiglia, allora, escogita lo stratagemma di far sposare la ragazza ad un nobile che possa darle il titolo, a condizione che immediatamente dopo venga effettuato il divorzio. A questo gioco si presta, dietro un congruo compenso, un cameriere che si spaccia per l'ultimo rampollo di una famiglia di granduchi russi, costretto insieme ai suoi parenti a prestare servizio nell'albergo. Dopo il matrimonio il giovanotto, che si è innamorato della ragazza, le rivela i suoi sentimenti e la sua vera identità - non è affatto un nobile, ma è il proprietario dell'albergo - e Mary, che sente di volergli bene, è ben felice di rinunziare al divorzio.
SCHEDA FILM

Regia: Mario Bonnard

Attori: Gino Cervi - Michele Montischi, conte e cameriere, Assia Noris - Mary, l'attrice, Paolo Stoppa - James, l'avvocato, Rina Morelli - Patrizia, la segretaria, Aroldo Tieri - Il duca Lothar Scintillati, Guglielmo Barnabò - Boris Montischi di Dobrada, Enrico Viarisio - Ufficiale di stato civile, Galeazzo Benti - Vero Michele di Montuja, Dina Perbellini - Olga, Lola Braccini - Alessandra, Dhia Cristiani - La cameriera dell'albergo, Mario Siletti - Ferdinando, zio di Michele, Angelo Baldanello - De Funès, ufficiale del primo matrimonio, Mario Gallina - Nicola

Sceneggiatura: Mario Bonnard

Fotografia: Anchise Brizzi

Musiche: Giulio Bonnard

Montaggio: Gino Talamo

Scenografia: Gastone Medin

Arredamento: Gino Brosio

Durata: 78

Colore: B/N

Genere: COMMEDIA

Tratto da: tratto da una non meglio specificata commedia ungherese

Produzione: CINES - ITALA ACUSTICA

Distribuzione: ENIC

CRITICA
"Con 'Che distinta famiglia!' siamo agli antipodi: commediola insulsa, regia che non è regia, sceneggiatura che non è sceneggiatura e via dicendo (...) altro non si può dire ". (Mario Gromo, "La Nuova Stampa", 18 novembre 1945).

"Vicenduola di scarso rilievo, priva di originalità. Scadente la regia e l'interpretazione". ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 20, 1946)