I LANCIERI NERI

ITALIA 1962
L'ambizioso Sergio di Tula, che aspira a succedere al re Stefano III, raggiunge la città di Dubno con l'intento di ottenere da Jassa, la regina dei Kirghisi, la liberazione della bella principessa Mascia. Jassa annuncia che Mascia è morta in un tentativo di fuga, quindi seduce il guerriero e ne stimola la presunzione, ponendo al servizio di Sergio l'esercito kirghiso. Frattanto Andrea, il fratello di Sergio, ha ottenuto il comando dell'esercito di re Stefano e raggiunge a Dubno il fratello transfuga. Arrestato per ordine di Jassa. Andrea in prigione incontra Mascia, la cui morte era stata comunicata per perfida menzogna. Andrea fugge. Al comando delle sue truppe, sconfigge l'esercito guidato dal fratello. Sergio, prima di morire riconosce il suo tradimento. La pace torna nel regno di Stefano. Spetta a Mascia consolare la tristezza di Andrea.
SCHEDA FILM

Regia: Giacomo Gentilomo

Attori: Lorella De Luca - Samal, Umberto Raho - Un Altro Membro Del Consiglio, Giulio Battiferri - Il Carceriere Di Mascia, Remo De Angelis - Ufficiale, Claudio Biava - Alfiere Di Sergio, Mirko Ellis - Un Membro Del Consiglio, Renato De Carmine - Un Principe Polacco, Annibale Ninchi - Principe Nikiev, Nando Tamberlani - Re Stafano Iii, Arturo Dominici - Capo Dei Krevires, Letícia Román - Mascia, Yvonne Furneaux - Jassa, Mel Ferrer - Andrea, Franco Silva - Gamul, Jean Claudio - Sergio Di Tula

Soggetto: Ugo Guerra, Luciano Martino, Ottavio Alessi

Sceneggiatura: Ottavio Alessi, Luciano Martino, Ugo Guerra

Fotografia: Raffaele Masciocchi

Musiche: Mario Nascimbene

Montaggio: Otello Colangeli

Scenografia: Piero Filippone

Durata: 100

Colore: C

Genere: AVVENTURA

Specifiche tecniche: EASTMANCOLOR CINEMASCOPE

Produzione: ROYAL (ROMA) FRANCE CINEMA (PARIGI)

Distribuzione: CINERIZ

CRITICA
"Grandi mezzi e poco d'altro è cio' che ci offre la pellicola che commentiamo. Non basta certo la spettacolarità a redimere un prodotto basato esclusivamente sudi essa. (...) Gli interpreti, di un certo rendimento in altre occasioni (...) si mostrano qui completamente inespressivi". (J. Picas "Fotogramas", 934, Madrid, 9/9/1966)