Amami, Alfredo!

ITALIA 1940
Una celebre cantante ha posto come condizione al rinnovo del suo contratto con la Scala, che sia rappresentata la nuova opera del suo fidanzato, che è un giovane e sconosciuto compositore. Ma una malattia improvvisa impedisce alla cantante di seguitare la propria carriera. Naturalmente nessuno vuole porre in scena l'opera nuova; e, di fronte alle difficoltà generali; anch'ella dubita del valore del proprio fidanzato. Ma Arrigo Boito, che la cantante interpella, dà un giudizio assolutamente lusinghiero sulla composizione. Allora la donna, cui i medici hanno vietato di cantare a rischio della vita, si decide a interpretare ella stessa la musica del fidanzato. Segretamente si fa scritturare in provincia nella "Traviata" di Verdi, per provare la propria resistenza fisica. La prova riesce magnificamente; il giudizio dei medici si mostra errato; e la cantante può portare al successo il lavoro di suo marito.
SCHEDA FILM

Regia: Carmine Gallone

Attori: Jolanda D'Andrea, Roberto Bertea, Giulio Alfieri, Giuseppe Varni, Rita Livesi, Claudio Gora - Compositore Giacomo Varni, Paolo Englisch - Luisa Traller, Paolo Stoppa - Cece', Luigi Almirante - Romanelli, Aristide Baghetti - Il Sovrintendente, Carmen Fortis, Maria Cebotari - Maria Dalgeri, Giuseppe Pierozzi, Romano Karninki, Leo Garavaglia, Claudio Ermelli, Oreste Bilancia, Nino Marchesini, Geni Sadero, Achille Majeroni

Soggetto: Guido Cantini

Sceneggiatura: Carmine Gallone, Guido Cantini

Fotografia: Anchise Brizzi

Musiche: Giuseppe Verdi

Scenografia: Guido Fiorini

Durata: 86

Colore: B/N

Genere: MUSICALE

Produzione: S.A. GRANDI FILM STORICI

Distribuzione: ICI

NOTE
- MUSICHE ORIGINALI: RICCARDO ZANDONAI.

- DIRETTORE D'ORCHESTRA: LUIGI RICCI.

- COREOGRAFO: AUREL M. MILLOSS

- IL FILM E' STATO GIRATO A CINECITTA'

- TRA GLI INTERPRETI IL BALLETTO DEL TEATRO DELL'OPERA DI ROMA DIRETTO DA AUREL M. MILLOSS.
CRITICA
."(...) Un pretesto e nient'altro per riportare sullo schermo le eterne melodie di Violetta Valery che per sfortuna gravano fin troppo sul film, risultando anche esageratamente sonore rispetto alla parte orchestrale. Gallone, che dopo il successo di pubblico ottenuto dal suo "Sogno di Butterlfy", si è lasciato prendere la mano dallo sforzo vocale dell'interprete e il film è così risultato statico. (...)". (Vice, "La tribuna",17 ottobre 1940)