The Hateful Eight

4/5
Oltre la confezione, i formati e il piacere primitivo del racconto, l’ultimo Tarantino fa le pulci all'America come pochi ormai osano fare. E chiede conto al nostro sguardo

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USA 2015
Qualche anno dopo la fine della Guerra Civile, una diligenza è costretta a fermarsi nel cuore del Wyoming a causa di una tempesta di neve. Il cacciatore di taglie John Ruth e la sua prigioniera Daisy Domergue sono attesi nella città di Red Rock dove Ruth, noto come "Il Boia", porterà la donna dinanzi alla giustizia, riscuotendo una taglia di 10.000 dollari. Lungo la strada i due incrociano due uomini che si uniscono a loro: il Maggiore Marquis Warren, afroamericano veterano dell'esercito dell'Unione e anche lui cacciatore di taglie, e Chris Mannix, rinnegato dell'esercito Confederato e futuro sceriffo di Red Rock. Ma la tempesta infuria e i quattro sono costretti a fermarsi per cercare rifugio presso l'emporio di Minnie dove ad accoglierli troveranno altri quattro sconosciuti. Gli otto viaggiatori bloccati dalla neve si rendono presto conto che, forse qualcuno non è chi dice di essere e che, probabilmente, non sarà facile per nessuno raggiungere Red Rock...
SCHEDA FILM

Regia: Quentin Tarantino

Attori: Samuel L. Jackson - Maggiore Marquis Warren, Kurt Russell - John Ruth "Il Boia", Jennifer Jason Leigh - Daisy Domergue, Walton Goggins - Sceriffo Chris Mannix, Demián Bichir - Bob "Il Messicano", Tim Roth - Oswaldo Mobray, Michael Madsen - Joe Gage, Bruce Dern - Generale Sanford Smithers, James Parks - O.B., Dana Gourrier - Minnie, Zoë Bell - Judy, Lee Horsley - Ed, Gene Jones - Sweet Dave, Keith Jefferson - Charlie, Craig Stark - Chester Charles Smithers, Belinda Owino - Gemma, Channing Tatum - Jody

Sceneggiatura: Quentin Tarantino

Fotografia: Robert Richardson

Musiche: Ennio Morricone

Montaggio: Fred Raskin

Scenografia: Yohei Taneda

Arredamento: Rosemary Brandenburg

Costumi: Courtney Hoffman

Effetti: Gregory Nicotero - trucco, Howard Berger - trucco, John Dykstra

Durata: 167

Colore: C

Genere: WESTERN

Specifiche tecniche: ULTRA PANAVISION 70 MM

Produzione: THE WEINSTEIN COMPANY

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION (2016)

Data uscita: 2016-02-04

TRAILER
NOTE
- GOLDEN GLOBE 2016 PER LA MIGLIOR COLONNA SONORA. ERA CANDIDATO ANCHE PER: MIGLIOR SCENEGGIATURA E ATTRICE NON PROTAGONISTA (JENNIFER JASON LEIGH).

- OSCAR 2016 PER LA MIGLIOR COLONNA SONORA. LE ALTRE CANDIDATURE ERANO: MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA (JENNIFER JASON LEIGH) E FOTOGRAFIA.
CRITICA
"Dopo il successo di 'Django Unchained', Quentin Tarantino ha pensato bene di rimanere nell'ambito del Western, ma rifacendosi per l'impianto narrativo al modello di un classico del mystery quale 'Dieci piccoli indiani' di Agatha Christie; e abolendo la figura centrale dell'eroe. (...) un duello verbale giocato sugli opposti orientamenti ideologici e basato sulla diffidenza reciproca, fino a un sanguinario epilogo dove i sopravvissuti pur agonizzando continuano a sciorinare battute. Stavolta l'amato Sergio Leone c'entra davvero poco. Qui il modello di Tarantino è piuttosto Elmore Leonard, scrittore apprezzato per la sua capacità di mandare avanti la storia attraverso i dialoghi e di far slittare il punto di vista dei personaggi: tipici meccanismi tarantiniani. E potremmo citare anche certo teatro inglese, da Ayckbourne e Pinter, trasferito in cornice western. Ennio Morricone (...) intesse un tema cupo e minaccioso. Gli interpreti - fra cui la Leigh nominata per la sua grintosa femmina «bastarda» - affondano con gusto i denti nelle loro succose battute. Ma c'è un problema: godibile momento per momento, 'The Hateful Eight' perde colpi nell'interminabile epilogo: troppo pulp-gore, troppo spiritoso a ogni costo, troppo tirato per le lunghe quando ormai i giochi sono fatti. Pensare che Shakespeare risolve la strage finale dell'Amleto in una o due paginette!" (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 4 febbraio 2016)

"(...) è sicuramente il film più feroce, truculento e compiaciuto di Tarantino. Al confronto dell'avvelenamento da caffè e che provoca litri di vomito sanguinolento a vari personaggi, il taglio dell'orecchio di 'Le iene' sembra un buffetto sulla guancia. Il sentimento del vostro voyeur di fiducia, davanti al film, era di fastidio: perché mai dovremmo passare tre ore della nostra vita in quel saloon, assieme ad assassini che s'ammazzano prima di chiacchiere e poi di revolverate? Gran parte delle nostre reazioni, però, sono squisitamente soggettive: noia mortale, fastidio per i dialoghi ridondanti e ripetitivi, disgusto fisico per i litri di salsa di pomodoro, disgusto morale per tutto ciò che i personaggi fanno. Fateci una robusta tara: conosciamo gente, anche rispettabile, che si è divertita. Tre cose, peraltro, dobbiamo ammettere. Anche in questo film Tarantino ribadisce un odio per il razzismo che è comunque lodevole; la colonna sonora di Morricone, per niente 'leoniana' è bellissima anche se diversi temi vengono da 'La cosa' di John Carpenter, quindi si tratta di un auto-riciclaggio in fondo assai 'tarantiniano':la ballata 'Jim Jones At Botany Bay', che Jennifer Jason Leigh canta dal vero, è bella e perfettamente in tema." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 4 febbraio 2016)

"Per la sua ottava meraviglia, Tarantino ha girato una sorta di 'Trappola per topi', con toni horror, all'interno di un film western. Sfruttando un meraviglioso cast che può contare su attori tarantiniani come Tim Roth, Samuel L. Jackson, Bruce Dern, Michael Madsen, per citarne alcuni, ai quali ha affiancato delle «nuove entrate» come la bravissima Jennifer Jason Leigh (...) e Channing Tatum (a cui ha affidato un personaggio chiave). (...) un thriller pieno di colpi di scena (...) tra morti improvvise, rivelazioni, indizi, fino all'epilogo in pieno stile tarantiniano. Sì, perché le scene fin troppo esplicite non mancheranno, accompagnate da un linguaggio crudo che, inevitabilmente, provocherà anche non poche polemiche. (...) Ad impreziosire il film è la colonna sonora di Ennio Morricone (...)." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 4 febbraio 2016)

"Piacerà ai tarantiniani folli, ovviamente. Ma anche chi come noi potrebbe citare (e cita) chilometri di pellicola di decisa inutilità girata da Quentin in 23 anni di regie, non potrà esimersi dal rilevare che ci troviamo di fronte a una delle opere migliori del nostro. Diciamo tra le prime tre. Per tensione, inventiva e geniale ricreazione della vecchia frontiera." (Giorgio Carbone, 'Libero', 4 febbraio 2016)