La fine di un mistero

La luz prodigiosa

SPAGNA 2003
Granada 1936. Una mattina un giovane pastore, Joaquin, trova un uomo in fin di vita e lo assiste offrendogli un rifugio al sicuro dai fascisti. Il pastore deve però partire per il fronte e lascia il suo paziente, privo di memoria, in manicomio. Solo dopo 40 anni Joaquin fa ritorno a Granada e decide di riprendere le ricerche dell'uomo che aveva aiutato. Per caso scopre che quel misterioso personaggio poteva essere Federico Garcia Lorca.
SCHEDA FILM

Regia: Miguel Hermoso

Attori: Alfredo Landa - Joaquin Panjero, Nino Manfredi - Galapago, Kiti Manver - Adela, José Luis Gómez - Silvio, Sergio Villanueva - Galapago giovane, Iván Corvacho Cervántes - Joaquin ragazzo, Fanny de Castro - Monja, Mauricio Bautista - Julian, Miguel Alcíbar, Fernando Picón, Mariano Peña, Esperanza De la Vega, Silvia Espigado, José Navar

Soggetto: Fernando Marías

Sceneggiatura: Fernando Marías

Fotografia: Carlos Suárez

Musiche: Ennio Morricone

Montaggio: Mauro Bonanni

Scenografia: Félix Murcia

Costumi: Sonia Grande

Altri titoli:

The End of a Mystery

Garcia L. La fine di un mistero

Durata: 105

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM ( 1:1,85)

Tratto da: romanzo omonimo di Fernando Marías

Produzione: SURF FILM, AZALEA P.C.S.A., CANAL SUR TELEVISION

Distribuzione: DNC ENTERTAINMENT (2004)

Data uscita: 2004-09-24

NOTE
- E' STATA L'ULTIMA INTERPRETAZIONE DI NINO MANFREDI. IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DEL FILM COME EVENTO COLLATERALE ALLA 60MA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (2003) IL SINDACATO GIORNALISTI CINEMATOGRAFICI GLI HA ASSEGNATO IL PREMIO 'BIANCHI' ALLA CARRIERA E LO HA CONSEGNATO ALLA MOGLIE ERMINIA PERCHE' LUI ERA GIA' STATO COLPITO DALL'ICTUS CHE LO HA PORTATO ALLA MORTE L' ANNO DOPO.
CRITICA
"Il sommo poeta spagnolo muore fucilato a Viznar durante la guerra civile. Ma la fantasia degli autori di 'La fine di un mistero', quella del regista Miguel Hermoso in testa, vuole che Lorca venga salvato in fin di vita da un pastorello e poi, ancora una volta, sperduto per quarant'anni. Quando una pellicola respira grazie al soffio di un interprete straordinario. Un Nino Manfredi già malato, restituisce nella sua estrema prova d'attore tutto lo spessore del genio di Fuentevacqueros, affidandosi ad una gestualità asciutta, essenziale. Quattro, cinque parole in tutto il film, Nino diventa Lorca: nel pianto davanti ad una foto di Dalì, negli occhi vitrei che fissano le mura di Granada. L'ennesima trasformazione che forse più somiglia alla sua anima." (Leonardo Jattarelli, 'Il Messaggero', 24 settembre 2004)