SE NON AVESSI L'AMORE

ITALIA 1990
L'ultimo anno di vita di Pier Giorgio Frassati, erede della ricca famiglia proprietaria del giornale "La Stampa" di Torino. Il fascismo ha appena preso il potere in Italia, Pier Giorgio studia ingegneria all'Università e preferisce prodigarsi ad aiutare i diseredati piuttosto che divertirsi con i coetanei. Vissuto tra il 1901 e il 1925 verrà beatificato nel 1990.
SCHEDA FILM

Regia: Leandro Castellani

Attori: Antonio Sabato Jr. - Pier Giorgio Frassati, Cinzia De Ponti - Laura, Ottavia Piccolo - Adelaide Frassati, Giacomo Piperno - Alfredo Frassati, Carlo Simoni - Avvocato Garino, Pierluigi Misasi - Busseti, Delia Boccardo - Lavandaia, Leopoldo Trieste - Barone Amilcare, Franco Interlenghi - Padre Robotti, Marcello Mando - Monzeglio, Sandro Dori - Il Biglia, Paolo Sassanelli - Il Cieco, Aldo E. Castellani - Geppino, Gaia Zoppi - Luciana Frassati, Massimo De Lorenzo - Ciccio, Ivano Staccioli - Il Capitano, Elodie Treccani - Luisella, Vassili Karis - Il Caporale, Antonio Cantafora - Operaio, Giulia Calderone - Signorina Tedesca, Raffaele Buranelli - Jacopo, Nino Fuscagni - Don Colajazzi, Sandro Pellegrini - Il Professore, Massimo Giuliani - Giovane Popolare, Giusy Valeri - La Dama

Soggetto: Leandro Castellani

Sceneggiatura: Leandro Castellani

Fotografia: Emilio Loffredo

Musiche: Stelvio Cipriani

Montaggio: Emanuele Foglietti

Costumi: Mario Ambrosino

Durata: 110

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA, TIBER CINEMATOGRAFICA

NOTE
FILM TV
CRITICA
"Il regista Castellani concentra il suo racconto attorno all'ultimo anno di vita di Piergiorgio Frassati (Antonio Sabato Jr), il 1925. Dopo una sommaria ambientazione nella Torino di quegli anni - la città più industrializzata d'Italia, con le sue masse operaie duramente sfruttate, difese solo a parole da una organizzazione sindacale ormai succube del fascismo - riporta il colloquio nel quale Alfredo Frassati (Giacomo Piperno), padre di Piergiorgio, prega l'amministratore della 'Stampa', l'avvocato Garino (Carlo Simoni), di preparare il figlio a succedergli nel compito di direttore amministrativo del giornale. Garino vuole saperne di più circa l'indole e gli interessi del ragazzo. Ecco che il colloquio si snoda attraverso una serie di episodi che, a cominciare dal 1921, definiscono la figura del giovane. (...) 'Se non avessi l'amore sarei un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna'. Il film termina appunto con le parole finali di quel brano: 'Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte la più grande è la carità'." (Alessandro Scuranti, 'Letture')