JUS PRIMAE NOCTIS

ITALIA 1972
Ariberto da Ficulle, divenuto signore di un piccolo feudo grazie al matrimonio con Matilde, nipote di un re, esercita il suo tirannico potere imponendo assurdi balzelli e, soprattutto, escogitando per sé sempre nuovi privilegi o ripescando nelle vecchie carte quelli caduti in disuso. Fra i villici suoi sudditi, tenuti a bada dai castighi e da uno sparuto, ma temibile plotone di mercenari tedeschi, il solo Gandolfo, intelligente e tenace, riesce a non piegarglisi. Per avere finalmente ragione di lui, infliggendogli la massima delle umiliazioni, Ariberto, che ha ripristinato lo "ius primae noctis", fa di tutto per costringerlo a sposare la bella Venerata e, alla fine, ci riesce. Mentre Gandolfo attende, impotente, che Ariberto abbia esercitato lo "ius" su Venerata, un suon di campane lo avverte che di lì a poco il tirannello andrà sposo - dopo aver annegata Matilde, che minaccia di farlo spodestare, nel fossato del castello - con la giovane e bella sorella di un vicino feudatario. Deciso a ripagare Ariberto con la sua stessa moneta, Gandolfo organizza una rivolta, disarma i mercenari e, al cospetto dell'ormai innocuo signorotto, si gode la sua promessa sposa. Cacciato dal feudo, ad Ariberto non resta che sperare, per riconquistarlo, nell'aiuto del Papa.
SCHEDA FILM

Regia: Pasquale Festa Campanile

Attori: Roberto Antonelli, Lando Buzzanca, Giancarlo Cobelli, Ely De Galleani, Franco Latini, Guido Lollobrigida, Paolo Stoppa, Gino Pernice, Renzo Montagnani, Marilù Tolo, Felice Andreasi

Soggetto: Ugo Liberatore

Sceneggiatura: Ottavio Jemma, Luigi Malerba, Pasquale Festa Campanile

Fotografia: Silvano Ippoliti

Musiche: Riz Ortolani

Montaggio: Nino Baragli

Durata: 109

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: PANORAMICA EASTMANCOLOR

Produzione: CLESI VERONA

Distribuzione: CIC - DURIUM HOME VIDEO

CRITICA
"Si tratta di una farsa in costume, in cui l'istituzione medioevale dello "ius primae noctis" è pretesto per una serie di situazioni licenziose, di trovatine di gusto goliardico, di battute infiorate di parolacce, di caricature anticlericali. L'accurata ambientazione e il tentativo di nobilitare l'argomento elevandolo a satira del potere assoluto non bastano a compensare lo squallore del resto." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 74, 1973).