Senza sapere niente di lei

ITALIA 1969
Maria Mancuso, anziana madre di cinque figli, muore improvvisamente poche ore prima della scadenza della seconda rata di una sua altissima assicurazione sulla vita. Uno dei funzionari della compagnia assicuratrice, il giovane avvocato Nanni Brà, si assume il compito di indagare su quella morte piuttosto misteriosa e a tal fine si mette in contatto con i figli della scomparsa, a cominciare dalla bella Cinzia, della quale non esita a diventare l'amante pur di ottenere qualche utile informazione. A poco a poco, però, un amore autentico si sostituisce alla finzione e Nanni rivela lealmente alla ragazza le vere ragioni per le quali all'inizio aveva cercato la sua compagnia. Imprevedibilmente, la ragazza reagisce con un tentativo di suicidio. Proseguendo nelle sue indagini, Nanni riesce a stabilire che la morte della signora Mancuso non è avvenuta per cause naturali, ma per omicidio. Durante un colloquio in automobile, Cinzia rivela di essere lei l'assassina; poi spinge l'auto a velocità vertiginosa facendola schiantare contro un camion. Nanni trova la morte nello scontro insieme a lei.
SCHEDA FILM

Regia: Luigi Comencini

Attori: Philippe Leroy - Nanni Brà, Paola Pitagora - Cinzia, Sara Franchetti - Pia, Elisabetta Fanti - La segretaria, Graziella Galvani - Giovanna, Giorgio Piazza - Polli, Silvano Tranquilli - Zeppegno, Umberto D'Orsi - Dante, Fabrizio Moresco - Orfeo, Ettore Geri, Franca Sciutto

Soggetto: Antonio Leonviola - Romanzo

Sceneggiatura: Suso Cecchi d'Amico, Raffaele La Capria, Antonio Leonviola, Luigi Comencini, Leopoldo Machina

Fotografia: Pasqualino De Santis

Musiche: Ennio Morricone

Montaggio: Nino Baragli

Scenografia: Franco Bottari, Ranieri Cochetti, Nicola Tamburro - collaborazione

Costumi: Giulia Grifeo

Durata: 96

Colore: C

Genere: GIALLO

Specifiche tecniche: TECHNISCOPE, TECHNICOLOR

Tratto da: romanzo "La morale privata" di Antonio Leonviola

Produzione: RIZZOLI FILM

Distribuzione: CINERIZ - DOMOVIDEO

NOTE
- GLI ESTERNI DEL FILM SONO STATI GIRATI A MILANO E LIVORNO.

- NASTRO D'ARGENTO 1970 A PAOLA PITAGORA COME MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA.
CRITICA
"Avvertibili squilibri negli sviluppi drammatici e psicologici, l'incerta fusione di elementi 'gialli' e sentimentali e la tediosa prevalenza del dialogo sull'azione, concorrono alla mediocrità del risultato." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 68, 1970)

"Sul filo assai delicato di un intreccio 'giallo' (...) sono contemporaneamente in ballo la verità sulla morte di un'anziana signora e la verità di un amore. (...) Anche in questo caso bisogna dire che Comencini se l'è cavata in modo senz'altro egregio, con il merito, oltre tutto, di aver saputo guidare Paola Pitagora in un'eccellente interpretazione, ora di cuore ora di testa, ambigua cioè come appunto la parte comporta." (Domenico Meccoli, 'Epoca', 7 dicembre 1969)