Léonor

SPAGNA 1975
Leonor, la moglie di Richard, signore medievale, muore per una caduta da cavallo e il marito la seppellisce con le proprie mani, ma non riesce a dimenticarla. Neppure le nozze con Catherine, una ragazza molto giovane, bella e dolce riescono a sollevarlo dal suo stato di prostrazione e Richard chiede a Satana di restituirgli Leonor, che una sera, durante il suo vagabondare solitario, ha intravisto nella boscaglia. Richard ama i due figli avuti da Catherine, come del resto ama la sua seconda moglie, eppure non riesce a darsi pace. Dieci anni dopo la tragedia, grazie all'aiuto di Satana, ottiene finalmente il risveglio di Leonor e la riporta al castello. La defunta, ormai, è una specie di vampiro che si nutrirà del sangue di molti bambini tra cui quello dei figli di Richard. Questi, abbandonato da tutti i sudditi, angosciato per avere ucciso personalmente Catherine e per la morte dei figli, va a gettarsi dal ponte del Diavolo portando con sé Leonor.
SCHEDA FILM

Regia: Juan Luis Buñuel

Attori: Liv Ullmann - Leonor, Michel Piccoli - Richard, Ornella Muti - Catherine, Antonio Ferrandis - Thomas, José María Caffarel - Dottore, Ángel del Pozo - Il cappellano, Carmen Maura, Piero Vida, José María Prada

Soggetto: Ludwig Tieck - romanzo

Sceneggiatura: Roberto Bodegas, Juan Luis Buñuel, Clement Biddle Wood, Bernardino Zapponi, Jean-Claude Carrière, Michel Nuridzani - versione francese, Pierre-Jean Maintigneux - versione francese

Fotografia: Luciano Tovoli

Musiche: Ennio Morricone

Montaggio: Pablo González del Amo

Scenografia: Enrique Alarcón

Altri titoli:

Leonor

Cronache di altri tempi

Durata: 100

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANORAMICA, EASTMANCOLOR

Tratto da: romanzo di Ludwig Tieck

Produzione: CHARLOTTE FRAISSE, MANUEL SANCHEZ PER ARCADIE PRODUCTIONS, FILMS 66, URANUS PRODUCTIONS FRANCE (PARIGI), TRANSEUROPA FILM (ROMA), GOYA PRODUCCIONES CINEMATOGRÁFICAS S.A., SERAFÍN IGNACIO GARCÍA TRUEBA (MADRID)

Distribuzione: REGIONALE - PLAYTIME, CENTER VIDEO

CRITICA
"Il medievale racconto, ispirato a un autore preromantico tedesco, anziché situarsi nel solito splendore delle scenografie e dei costumi delle grandi corti, con molta sottigliezza si cala nel rude e rustico di un ambito fisico, storico e geografico, che rende il clima normale e quotidiano. Il vampirismo e la superstizione sono così più un contesto favolistico che delle realtà accettate e oggetto inequivocabile della trattazione diviene l''amore folle', omicida oltre che suicida, poiché si situa al di là delle norme della ragione, della natura, della morale e delle stesse barriere della vita e della morte." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 79, 1975)