Libera, amore mio!...

ITALIA 1973
Zanoni Matteo vive a Roma insieme a Libera-Anarchia Valente, dalla quale ha avuto due figli: Carlo e Anna. La donna, figlia di un anarchico esiliato a Ustica dal fascismo, non è capace di tacere e, prima di finire a sua volta al confino per 5 anni, si fa spedire con la famigliola a Livorno e poi a Modena, ove viene presa di mira dal commissario politico Franco Testa. Scoppiata la guerra, Matteo cerca di tirare avanti in qualche modo trasferendosi a Padova. Carlo fattosi giovincello, milita nella Resistenza; Libera fornisce armi ai partigiani. Diversi compagni muoiono nelle rappresaglie o nelle sommarie e brutali esecuzioni dei nazifascisti. Finita la guerra, Carlo stesso libera la mamma dalla prigione padovana ove è finita. Ricostruita la famigliola, Libera scopre che il Testa siede nuovamente nell'ufficio alloggi del municipio. Sollevate inutili proteste, ella cade per strada sotto i colpi di un cecchino fascista.
SCHEDA FILM

Regia: Mauro Bolognini

Attori: Rosalba Neri - Wanda, Bekim Fehmiu - Sandro Poggi, Bruno Cirino - Matteo Zanoni, Philippe Leroy - Franco Testa, Tullio Altamura, Adolfo Celi - Padre di Libera, Luigi Diberti - Tassista, Claudia Cardinale - Libera Valente

Soggetto: Luciano Vincenzoni

Sceneggiatura: Nicola Badalucco, Mauro Bolognini, Luciano Vincenzoni

Fotografia: Franco Di Giacomo

Musiche: Ennio Morricone

Montaggio: Nino Baragli

Scenografia: Guido Josia

Durata: 110

Colore: C

Genere: DRAMMATICO POLITICO

Produzione: ROBERTO LOYOLA PER R. LOYOLA CINEMATOGRAFICA

Distribuzione: INC (1975)- GOLDEN VIDEO, DELTAVIDEO, VIDEO CLUB LUCE

NOTE
- ISPIRATO ALLA FIGURA DELLA MADRE DELLO SCENEGGIATORE NICOLA BADALUCCO.
CRITICA
"Giunto com molto ritardo sugli schermi (non sappiamo bene perchè), il film cerca una sua originalità nell'aggiornare il consueto tema resistenziale alla luce delle nuove istanze del femminismo, puntando sul ritratto di una donna che si batte per i propri diritti oltre che per i valori della libertà. Ma è mancata, agli sceneggiatori prima ancora che al regista, la capacità di equilibrare e fondere insieme i toni del dramma e della commedia, le vicende individuali e l'analisi di un più largo contesto sociale". (A. Bernardini, "Rivista del Cinematografo", 5, 1975).