"Quando ha ricevuto a pranzo il nunzio apostolico, Zapatero si è guardato bene dal parlare di aborto. Non voglio giudicare, ma diciamo che anche lui si è calato le braghe". Così Javier Càmara, il Benigno di Parla con lei e il travestito de La mala educacion, ora protagonista di Fuori menù di Nacho Garcia Velilla, commedia spagnola che esce venerdì 24 aprile in 99 copie con Bolero Film, nuova casa di distribuzione già artefice dei successi L'ospite inatteso e Lasciami entrare.
Caso in patria, il film ci presenta Maxi (Càmara), chef ossessionato dalla stella Michelin ancora mancante al suo ristorante di tendenza, che vive la sua omosessualità in modo orgogliosamente sfacciato: a metterlo in crisi, arriveranno i due figli del precedente matrimonio di facciata e un ex calciatore che non riesce a fare outing.
"Voi avete la democrazia da 60 anni, noi - dice Càmara - solo da 30: ora con il governo liberale di Zapatero c'è entusiasmo per i cambiamenti sociali, ma da sempre in Spagna esiste una parte conservatrice, maschilista. Ci sono buone leggi, ma da sole non bastano: bisogna viverle. Per fortuna i giovani oggi la pensano diversamente".
"Dalla repressione franchista alla libertà - prosegue il regista Garcia Velilla - il passaggio è stato molto rapido, e ha creato confusione. I genitori di Maxi non accettano la sua omosessualità, d'altra parte, le coppie gay vorrebbero dei figli: il film riflette questi estremi, con momenti di allegria ma anche litigate accese".
Già creatore della fortunata serie tv, esportata anche in Italia, Un medico in famiglia, l'esordiente al cinema Velilla si dice "orgoglioso dei mie trascorsi televisivi, e anche del paragone con Almodovar, ma ogni regista ha il suo linguaggio. Almodovar non è una presenza ingombrante in Spagna, quanto lo è all'estero nella vostra percezione: il cinema spagnolo non è solo lui, ma anche Amenabar, Bayona, la Coixet, che però fanno più fatica a uscire dai confini...".