Quino al Future Film Festival racconta perché ha dovuto far morire la piccola contestatrice
E' conosciuto in tutto il mondo per la sua ribelle creatura, maldestra anche nel nome: Mafalda. La monella che a soli sei anni urlava dalle nuvolette delle strisce del geniale vignettista argentino le sue invettive contro la società è protagonista al Future Film Festival che dedica a Quino un particolare omaggio. La piccola contestatrice nasce un po' per caso. A Quino era stata commissionato un personaggio per pubblicizzare degli elettrodomestici, poi il progetto salta e l'autore decide di creare una strisca. E' il 1964. Il suo debutto è sulle pagine del settimanale Primera Plana. Il primo ingresso in Italia di Mafalda è nel 1969 con un libro dal titolo Mafalda la contestatrice, che viene accompagnato da una introduzione di Umberto Eco. Ma nel 1973 Quino decide che è arrivato il momento di chiudere l'epoca di Mafalda. Ma perché visto il grande successo del fumetto? La semplice spiegazione ce la fornisce lo stesso autore, ospite del FFF: "Per dieci anni Mafalda ha contestato, posto interrogativi e dubbi sulla società contemporanea, ma nel mondo non è cambiato nulla non potevo farle dire sempre le stesse cose". Solo nel 1977 la sua matita riprende i tratti del famoso personaggio e, su richiesta dell'Unicef, disegna con Mafalda e tutti gli altri personaggi la famosa striscia per illustrare la campagna mondiale della Dichiarazione dei diritti del bambino. Sono 50 anni che Quino disegna tavole umoristiche creando personaggi che rispecchiano sempre la realtà. Le sue tavole raccontano quello che l'autore vede, sente, legge sui giornali: " Leggo molto le lettere che la gente invia ai quotidiani per capire cosa c'è che non va e cosa vogliono le persone. Anche ascoltare le canzoni che tutti amano è importante per comprendere gli stati d'animo delle persone e cosa di cui hanno bisogno". 
Non per niente proprio per quello che rispecchiava la sua Mafalda è stata bandita da Pinochet. Censura. Oggi sembrano più tolleranti ma racconta Quino che di recente gli hanno fatto notare che "un personaggio maschile di una striscia sulla violenza familare è stato censurato: risultava essere troppo simpatico".