"Questo film è stato terminato, grazie a san Giovanni Paolo II, il 23 marzo 2020, in piena pandemia del Covid-19".

Con queste parole colme di gratitudine – che fanno eco a chi vede nel santo polacco una speciale grazia concessa all’Italia di tornare a Messa dopo quasi tre mesi proprio nel giorno del suo 100° compleanno – si conclude il documentario Wojtyla - L’indagine (Wojtyla, La Investigación), diretto dall’affermato giornalista e scrittore spagnolo José María Zavala, già autore de Il mistero di Padre Pio (2018) e Rinati (2019).

Presentato in anteprima streaming da European Dreams Factory il 15 maggio in Italia, il film è stato distribuito in Spagna sempre online l'8 maggio con lo scopo dichiarato di donare speranza alle migliaia di famiglie che si trovano confinate a causa della pandemia. A luglio uscirà in Polonia, mentre negli Stati Uniti, in Messico e nel resto del Sudamerica a ottobre.

Prodotto in occasione del centenario della nascita di papa Wojtyla, il documentario svela per la prima volta alcuni documenti cui l’equipe ha avuto accesso, fotografie e filmati tratti dagli archivi segreti della Polonia comunista che rivelano, oltre ad altri fatti mai venuti alla luce prima, il piano per avvelenare il papa poco prima dell'attentato compiuto da Alí Agca nel 1981, evento con il quale si apre il film.

Tra le numerose persone intervistate spiccano il Cardinale Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo emerito di Cracovia, segretario particolare di Giovanni Paolo II per quasi 40 anni, Slawomir Oder, postulatore nella causa di canonizzazione e Valentina Alazraki, corrispondente di Televisa in Vaticano.

Sebbene alla pellicola sia da riconoscere una notevole debolezza nella struttura narrativa, priva di qualsivoglia percorso e con il rischio che lo spettatore meno avveduto sulla persona e sul ministero di Giovanni Paolo II si perda per strada, la forza del documentario sta nelle immagini proposte, in particolare quelle della più semplice quotidianità, capaci di penetrare con forza nell’anima.

Wojtyla - L’indagine si sofferma parecchio, inoltre, sulle testimonianze inedite di persone che hanno ricevuto la grazia della conversione e la guarigione per intercessione del papa polacco durante la sua vita e anche successivamente alla sua morte nel 2005 e alla sua canonizzazione avvenuta nel 2014.

 

E non sfugge che proprio il regista Zavala, giornalista di periodici quali Cuarto Milenio, El Mundo, Expansion e Capital, dichiari apertamente di aver sperimentato la “conversione” il 5 agosto 2009. Anche a un occhio inesperto, si rende evidente come questo film sia opera di un uomo che ha scoperto la fede da adulto, con tutto ciò che esso comporta.

Lo si nota non solo nel lungo spazio dedicato a conversioni e miracoli, ma anche e soprattutto nei passaggi riservati al misticismo della preghiera di Wojtyla, alla sua teologia della sofferenza e alla forza della lotta contro il male che lo portò a praticare anche diversi esorcismi.

Nonostante sarebbe stato meglio per il film concentrarsi su uno o poco più sentieri di inchiesta, su tutti quello legato allo spionaggio da parte dei servizi segreti polacchi, la parte più interessante e inedita del film, Wojtyla - L’indagine è prova dell’amore che, a distanza di quindici anni dalla sua scomparsa, il popolo prova ancora per questo grande pastore e della fede che ancora continua a suscitare la sua testimonianza di una vita completamente offerta a Cristo e alla sua Chiesa.