Duro a morire. Anche se con qualche minuto di ritardo rispetto all'appuntamento stampa stabilito, Bruce Willis non deve sforzarsi poi troppo per convincere i presenti che John McClane, sullo schermo come nella vita, è ancora lui. A distanza di venti anni dal primo capitolo della saga, l'eroe dell'action movie per eccellenza torna ad interpretare il rude ma onesto detective del New Jersey in Die Hard - Vivere o morire, quarto episodio della serie, diretto stavolta da Len Wiseman e nelle sale italiane per 20th Century Fox dal 26 ottobre con 600 copie. "Certo, fisicamente non posso più garantire le stesse performance di quando avevo trent'anni - dice l'attore - e vi assicuro che buttarsi da un'auto in corsa a 50 km orari fa molto più male oggi che vent'anni fa. Ma non riesco ancora ad immaginare un altro McLane, anche perché l'elemento di continuità che mi lega al personaggio ha radici personali difficili da dimenticare: come lui sono cresciuto nel New Jersey e, un po' alla stessa maniera del personaggio, impegnato alla prima grande prova in Trappola di cristallo, anche io ero pressoché sconosciuto, chiamato al primo vero ruolo importante". A dirigerlo all'epoca ci pensò John McTiernan, che mollò poi 58 minuti per morire a Renny Harlin per riprendere in mano la saga nel '95, ora nelle mani di Len Wiseman: "Non so perché la produzione abbia deciso così, o se McTiernan aveva dei problemi - spiega Willis - l'importante è che anche con il nuovo regista siamo riusciti a lavorare ottimamente, a mantenere intatti quegli elementi riconoscibili dal 1987 ad oggi". Proprio per questo motivo, oltre ad incredibili inseguimenti e sparatorie mozzafiato, i fan ritroveranno il protagonista impegnato nelle immancabili sequenze all'interno di trombe d'ascensore e, ovviamente, ferito dal primo all'ultimo minuto del film: "Ho avuto anche un paio d'incidenti sul set questa volta - racconta scherzando l'attore - ma non importa: John McClane è l'eroe masochista per eccellenza, quello che il crimine può anche non risolverlo basta che si faccia male dall'inizio alla fine del racconto". Il cattivo da sconfiggere in Die Hard - Vivere o morire è come al solito un personaggio, interpretato da Timothy Olyphant, deciso a vendicare su grande scala un torto subito personalmente e che, in questa occasione, coinvolge l'apparato di sicurezza nazionale e le alte sfere della Casa Bianca: "La questione più importante del film - spiega ancora Willis - è la forte contrapposizione tra l'aspetto digitale legato all'inarrestabile progresso informatico che ci coinvolge tutti, incarnato anche dal giovane hacker (Justin Long) che involontariamente si troverà a fare coppia con McLane e la figura dello stesso poliziotto, vecchio stampo, ancora totalmente 'analogico' nei modi di fare e di pensare". Vagamente ispirato ai dubbi sul sistema di sicurezza USA post 11 settembre, dunque, Die Hard - Vivere o morire anticipa in qualche modo i prossimi impegni di Bruce Willis, che si dice poco interessato alla politica ma che auspica finisca quanto prima la guerra al terrorismo: "Sarò impegnato nel nuovo film di Robert Redford, ispirato al libro di Richard Clarke (Against All Enemies: Inside America's War on Terror), che racconta quello che accadde alla Casa Bianca dopo gli attacchi alle Twin Towers e in Pinkville, nuovo progetto di Oliver Stone che metterà finalmente in luce quello che accadde nel massacro di My Lai, in Vietnam, nel 1968, episodio che le autorità americane hanno cercato di sotterrare in qualsiasi modo".