“Vasco è morto a 27 anni, almeno artisticamente. E sono serissimo”. E ‘ un one Morgan Show alla presentazione romana di When You're Strange, il rock-doc scritto e diretto da Tom DiCillo (Johnny Suede, con Brad Pitt) su Jim Morrison, narrato nella versione originale da Johnny Depp e in quella italiana, appunto, da Marco Castoldi, in arte Morgan. A 40 anni dalla scomparsa di Morrison (3 luglio 2011), GA&A Productions e Studio Universal presentano in collaborazione con Feltrinelli il documentario premiato ai Grammy 2011 nella categoria Best Long Form Music Video, che ripercorre la storia delle celebre rock band: arriverà domani nelle sale, sul canale SU (digitale terrestre, Premium Gallery) il 3 luglio alle 21.15 e, infine, in homevideo con Feltrinelli (edizione speciale con ricchi extra e il volume I Giorni del caos di John Delmonico, che ricostruisce le indagini Cia e Fbi su Morrison) e Universal dal 6 luglio.
“Ho sempre avuto una passione per i Doors e, soprattutto, Jim Morrison: mi ha sempre ispirato una gran voglia di fare, non di farmi. Era una macchina sempre in moto, una vera stella, un grande fuoco che brucia dentro, ed è contagioso: quando uscii dalla proiezione di The Doors di Stone, scrissi subito cinque canzoni nuove”, dice Morgan, e si sofferma sulla morte prematura del cantante, avvenuta il 3 luglio 1971: “Aveva 27 anni, come Hendrix, Janis Joplin e Tenco: un limite oltre cui non si riesce a passare, ma in quei pochi anni hanno prodotto tanto, con forza, intelligenza e intensità, mentre una persona normale ce ne metterebbe 60 di anni”. Sempre sui quei fatidici 27 anni, alla domanda di una giornalista sul “Dovevo morire come Jim Morrison” pronunciata recentemente da Vasco, Morgan affonda: “Ma è morto a 27 anni, almeno artisticamente. Sono serissimo”.
Non solo, per Morgan, che rifiuta di ufficializzare la propria partecipazione a X-Factor su Sky, “Morrison è un modello educativo, il modello dell'espressione libera: nell'immaginario collettivo è passato quale violento, esagitato, un aizzatore di folle, ma era tutt'altro, una persona buona, gentile. Ancora oggi la sua luce si diffonde: ha qualcosa di cristologico, un martire, ingiustamente crocefisso. Ma era un poeta, e bisognerebbe studiarlo in quanto tale, come per Lou Reed: si è occupato di poesia, era un simbolista, come il suo idolo Rimbaud, che è anche uno dei miei santi, vicino cui riposa al Pere Lachaise di Parigi”.
Della mai confermata esibizione del sesso sul palco del celebre concerto di Miami del '69, l'ex leader dei Bluvertigo afferma : “Fu una delle cadute di Morrison, ma è come se di Morgan ci ricordassimo solo dell'intervista di Max” (“La cocaina fa bene”, dichiarò Morgan, scatenando il noto polverone, NdR), ma di Jim ricorda le “parole più micidiali delle molotov, che scossero l'America e ci scuotono ancora oggi: Morrison era un grande maestro nell'uso delle parole. Che oggi la società informatica ha rivalutato molto: è ritornato “In principio era il Verbo”, e qui sta la differenza contrattuale tra me e Sgarbi, perché io non conosco tutte le parole che sa lui”. Ma, ritornando a Morrison, la sua espressività sarebbe rimasta la stessa senza uso di droghe? “Non so, sicuramente sarebbe rimasta la stessa senza uso di alcool, che l'ha sfiancato. Tra le droghe, l'alcool è quella che fa più male, non a caso, la disintossicazione è più dura di quella dall'eroina. Anche se è legale, è una grande droga”.