Io sono con te. Dopo il plurale Noi credevamo del risorgimentale Martone, l'Italia parla ancora la lingua del grande cinema, ma al singolare: quello straordinariamente ordinario di Maria di Nazareth, indagato dal regista Guido Chiesa combinando Vangeli, apocrifi e ricerche personali. Da vedere, nonostante le sole 20 copie con cui Bolero lo porta in sala.
Sul fronte - quantitativo - dei pesi massimi, viceversa, il campione è l'ultimo Harry Potter e i Doni della Morte (Warner, 930 copie), di cui arriva sugli schermi la Parte I: regia di David Yates, i maghetti sono alla disperata ricerca degli Horcrux, ma la tirano per le lunghe, complice lo “sdoppiamento” (la seconda parte arriverà a luglio 2011) imposto dal marketing.
La palla del weekend cinematografico ripassa all'Italia con il sentimental-carcerario Dalla vita in poi (01) di Gianfrancesco Lazotti, con Cristiana Capotondi, Filippo Nigro e la strisciante sensazione che (più di) qualcosa non vada.
Va decisamente meglio con L'estate di Martino (Movimento Film), che il regista Massimo Natale intreccia sul romanzo di formazione adolescenziale e il campo lungo e tragico del 1980 italiano, da Ustica alla strage di Bologna. La Storia si fa strada anche a Oriente, con I fiori di Kirkuk (Medusa) colti in Iraq e portati sullo schermo da Fariborz Kamkari: per sorella la Miral di Schnabel, un inno alla donna in MO, che privilegia il messaggio e trascura un po' il linguaggio.
Un premio alle intenzioni, dunque, mentre l'evasione ha due titoli su cui puntare: Un marito di troppo (Eagle), con l'affaire tra Colin Firth e Uma Thurman, e il fumettaro Scott Pilgrim vs. The World (Universal).
Per chiudere il cine-menù del fine settimana, un amaro clandestino: Illegal (Archibald) di Olivier Masset-Depasse, con madre e figlio russi a rischio espulsione in Belgio. Buona e libera visione...