Quello di Halloween non poteva che essere un weekend nel segno di Michael. Myers - il terribile uomo nero del film di Carpenter e Rob Zombie (Halloween 2 è attualmente in programmazione) - però non c'entra nulla. I nostri di cognome fanno Haneke, Moore e Jackson. Il primo, Palma d'oro a Cannes 2009, firma con Il nastro bianco un'altra radiografia (in bianco e nero) sulla malvagità umana. Il regista austriaco racconta la vita di un piccolo villaggio tedesco dell'anteguerra, rintracciandovi i germi del futuro nazismo. Malvagità e politica, ma declinati al presente, anche nel bel ritorno di Michael Moore, Capitalism: A Love Story, dove l'oversize del documentarismo americano rivela magagne e scheletri nell'armadio del sistema socio-economico a stelle e strisce. Infine Jackson come non l'avete mai visto, nel footage di prove e di vita raccolte da Ortega in This is It: una commovente testimonianza di vitalità, genio musicale e debolezze del re del pop. Sul versante dell'autorialità segnaliamo anche Nel paese delle creature selvagge, fantasy firmato Spike Jonze (Essere John Malkovich) e storia di un bambino di nome Max che, mandato a letto senza cena da sua madre, ricrea un mondo immaginario popolato da esseri mostruosi. Lui ne è il sovrano. Di tutt'altro tenore è l'infanzia - meglio, la pre-adolescenza - raccontata da Federico Moccia in Amore 14 che, senza troppa fantasia, racconta l'altra faccia della generazione reality: quella che non buca il video, ma è ammalata della stessa dilaniante vacuità. E che il regista-scrittore mette in scena senza prenderne le distanze. Da segnalare infine l'uscita al Mexico di Milano del film di Pasquale Marrazzo,  Sogno il mondo il venerdì, già presentato a Locarno e di Diary of the Dead di George A. Romero al Nuovo Cinema Aquila di Roma.