L'esclusione di Baaria dalla corsa agli Oscar ha dato il là alle solite geremiadi sul cinema italiano, apostrofato ora come scadente, non competitivo, sfortunato se poi a parlare sono gli osservatori benevoli. Eppure quest'inizio d'anno ci consegna un dato ben diverso, l'inatteso colpo di reni dei film tricolore: Verdone (Io, loro e Lara) ha superato i dodici milioni d'incasso e Virzì (La prima cosa bella) ha addirittura superato Avatar al box office nelle città di Pisa e Livorno. Parliamo in entrambi casi di commedie ben scritte, "all'italiana" nel senso più nobile, capaci di mettere d'accordo critica e pubblico. Qualità e successo. Un trend che, almeno per quanto riguarda la prima, viene confermato da L'uomo che verrà di Giorgio Diritti, da oggi in sala dopo la trionfale accoglienza (tre premi) all'ultimo Festival di Roma. Diritti, che si era fatto notare con l'opera d'esordio Il vento fa il suo giro, alza il tiro già al secondo film per raccontare senza retorica e al netto della fiction la strage di Marzabotto. Regia purissima, grande cast (soprattutto per la parte che riguarda i "non professionisti": vedi la performance della piccola Greta Zuccheri Montanari) e risultato moralmente ineccepibile. Venezia non volle il film in concorso, Roma lo riempì di premi, il pubblico corra a vederlo.
Era al festival di Roma anche Tra le nuvole, amarissima commedia firmata da Jason Reitman (Juno) che fa prendere il volo a George Clooney: nel film - dove interpreta un cinico tagliatore di testa eternamente in viaggio - e in carriera - superba la sua prova. Compagne di ventura la bellissima Vera Farmiga e la brava Anna Kendrick più un gruppo agguerrito di neo-disoccupati pronti a sposare la causa umanista di Reitman: contro la penuria di valori, d'intelligenza e di posti di lavoro. D'autore è invece la crisi messa in scena da Rob Marshall (Chicago) nel musical Nine, tratto dall'omonimo spettacolo teatrale di Broadway che era a sua volta ispirato all' felliniano: Daniel Day-Lewis, nel ruolo che fu di Marcello Mastroianni, è il regista Guido Contini affondato nelle secche dell'immaginazione: a Roma per girare un film ("Italia") non sa da che parte iniziare, mentre intorno a lui la macchina produttiva (capitanata dal nostro Ricky Tognazzi) scalpita, il giornalismo rosa lo bracca e un meraviglioso manipolo di donne (da Marion Cotillard a Nicole Kidman, da Sophia Loren a Penelope Cruz) lo tiene al guinzaglio. Ma il film - a Marshall come al suo protagista - gli sfuggirà di mano. Da bollino rosso il numero alle corde della Cruz.
Alta tensione - almeno sulla carta - per i due thriller d'importazione dall'America: ne Il quarto tipo Milla Jovovich viene rapita dagli alieni che, pur proveniendo da un altro mondo, dimostrano di avere buon gusto anche nel nostro. Esperienze paranormali anche per Guy Pearce in Presagio finale - First Snow, dove il protagonista scopre di avere i giorni contati e si dispera nel tentativo di cambiare l'infame destino. Per i più piccoli, infine, arriva Cuccioli - Il codice di Marco Polo, che vuol essere la risposta italiana all'animazione USA: provano a darla i Manfio Bros., da una serie tv di successo.