Warner Bros., Disney e Universal Pictures sono le regine del mercato 2013, secondo le rilevazioni fornite dagli studios in merito all'anno appena trascorso. Forti dei loro prodotti ad alto tasso di commercializzazione (saghe, animazione, presenza di star) le “tre sorelle” si sono accaparrate un bottino pari a quasi 13 miliardi di dollari. Leader assoluta resta la Warner, con i suoi 5 e passa miliardi di dollari di ricavi globali (tra incassi al botteghino domestico e internazionale). Da 13 anni consecutivi gli studios Warner superano il miliardo d'incasso, e per ben 9 volte negli ultimi dieci anni si sono posizionati o al primo o al secondo posto tra i leader di mercato. La major ha avuto nel 2013 ben otto film capaci d'incassare oltre i 100 milioni di dollari, sei dei quali usciti in estate (Il Grande Gatsby, Una notte da leoni 3, Pacific Rim, Man Of Steel, The Conjuring e Come ti spaccio la famiglia), e due che hanno dominato la stagione autunno-inverno: Gravity (408 milioni di dollari totalizzati worldwide) e Lo Hobbit: La desolazione di Smaug (già 450 milioni di dollari incassati nel mondo, in attesa di uscire nei ricchissimi territori dell'Estremo Oriente: Cina e Giappone). Non male nemmeno l'anno della Disney, seconda in questa speciale classifica con oltre 4 miliardi di dollari incassati. Iron Man 3 (Marvel), Monsters University (con Pixar), Il grande e potente Oz e Frozen hanno pompato tantissimo denaro nel cuore della casa madre. Iron Man 3 è stato il maggior successo globale del 2013 (1, 2 miliardi di dollari), mentre a sorpresa Frozen si è rivelato una delle migliori aperture di sempre al box office per quanto riguarda l'animazione. Terzi classificati gli Universal Studios (3, 68 miliardi di dollari), che meriterebbero però la palma dei più virtuosi considerando il rapporto tra costi (budget) e ricavi (incassi). Cartine di tornasole delle strategie del gruppo sono prodotti come Cattivissimo me 2 (costato 76 milioni di dollari, ne ha intascati 921) e Fast & Furious 6 (789 milioni di dollari d'incasso a fronte di un budget di 160 milioni). Non meno importanti le operazioni Identity Thief (174 milioni $) La madre (146 milioni $) e The Purge (89 milioni), titoli dai budget irrisori che hanno contribuito in maniera determinante all'ottima annata della major.Sopra i tre miliardi anche la Fox (3, 39) e la Sony (3, 2), mentre per il secondo anno consecutivo Lionsgate (2, 32) supera Paramount (2, 27), forte anche degli 800 milioni di dollari totalizzati worldwide da Hunger Games: La ragazza di fuoco.Il dato assoluto dei risultati al box office offre però solo una visione parziale del reale andamento economico degli studios. Per una valutazione complessiva andrebbero considerate altre voci quali l'inflazione, i costi del marketing e quelli di distribuzione, le spese folli per i tour promozionali delle star, la resa sul mercato homevideo. Sarebbe curioso, ad esempio, valutare il reale impatto sui conti Universal di un flop come 47 Ronin (ancora inedito nel nostro territorio): in cifre assolute si parla di un negativo di quasi 120 milioni di dollari (175 il budget, 56 ad oggi l'incasso), ma secondo molti analisti il dato potrebbe essere ben peggiore se venissero prese in considerazione tutte le altre voci di spesa di cui sopra. Bisognerebbe passare a bilanci basati non sulla performance al box office, ma sulla redditività. Una rivoluzione al momento difficile da realizzare non tanto per l'evidente difficoltà di reperire e quantificare tutte le voci di spesa e di guadagno, ma per l'ostruzionismo delle stesse major, cui fa più comodo naturalmente presentarsi ai possibili investitori con un bel segno “più” sull'esercizio di fine anno piuttosto che con un'adeguata e approfondita analisti di perdite e ricavi.