Sia benedetta la regola del "non c'è due senza tre". Dopo lo Scorsese risorto di The Departed e la conferma Clint Eastwood di Flags of Our Fathers, ecco il terzo grande film della stagione. Distribuito sulla tv americana dalla Sony Picture Television, Broken Trail ha strappato applausi a scena aperta al pubblico del Torino Film Festival dimostrando che a distanza di venticinque anni dall'uscita del suo primo western, I cavalieri dalle lunghe ombre, il grande Walter Hill non ha ancora perso il tocco. Oltre tre ore di spettacolo senza una pausa, un cedimento, con tutto quello che un western può offrire, che magari ti aspetti, ma ciò nonostante ti inchioda alla poltrona. La storia è quella di cinque giovani cinesi che, vendute dai familiari per lavorare come cameriere, sono in realtà acquistate dalla tenutaria di un bordello. Il loro destino si incrocia però con quello di due cowboy che riusciranno a portarle in salvo, anche mettendo a repentaglio non solo la mandria di cavalli che stanno portando a vendere, ma le loro stesse vite. Perché, semplicemente, quella è la cosa giusta da fare. Come ha detto lo stesso Walter Hill, presente alla proiezione e già protagonista della retrospettiva dedicatagli nella scorsa edizione del festival: "In ogni storia è contenuta una piccola verità e, in quanto regista, ho il dovere di scoprire qual è la cosa giusta per il mio film. In Broken Trail racconto di due uomini che cercano di fare la cosa giusta: una cosa tipica del western." Una storia semplice ma forte, come nella tradizione dei western migliori. Con un cast impeccabile e due protagonisti perfetti: Thomas Haden Church, lo zuzzurellone di Sideways, e Robert Duvall. Per tutti coloro che la candidatura all'Oscar del primo per il film di Alexander Payne aveva un po' sorpreso questa è l'occasione per ricredersi definitivamente: guardate (quando potrete) questo film e ascoltate la sua magnifica voce. Su Robert Duvall, invece non si può aggiungere altro, ci mancano le parole.