In principio era Il corpo delle donne. Lara Rongoni e Giangiacomo De Stefano, invece, raccontano l'Italia in rosa che lavora al maschile, l'Italia in rosa che porta i pantaloni. Finanziato dalla Film Commission Emilia Romagna e con il contributo di coordinamento donne Spi Bologna, Cgil nazionale, Cgil di Imola e Cgil regionale, Fondazione Argentina Bonetti Altobelli e Udi (Unione donne in Italia) A casa non si torna (visibile anche su ilfattoquotidiano.it) porta la voce delle donne che svolgono lavori maschili al Milano Film Festival. “La capocantiere, la camionista, l'elettricista e tanti altri ritratti di donne sul posto di lavoro - dicono Rongoni e De Stefano - testimoniano le difficoltà, ma anche l'orgoglio della propria condizione. Nulla è trasformato in esibizionismo e neanche in autocommiserazione”, ma è un racconto che consente di capire le scelte, le imprese, le fatiche quotidiane del costante confronto con il pregiudizio. Il web doc (prodotto della società imolese Sonne Film) nasce in occasione dell'8 marzo per ricordare le conquiste sociali delle donne, ma anche le discriminazioni che ancora subiscono soprattutto nel mondo del lavoro. Ecco allora le storie di Maria, Licia, Michela, Simonetta, Latifa e Reina, sei vissuti “che, nel silenzio generale, continuano a superare i limiti imposti dal senso comune”.
E in una società disegnata dagli uomini, anche l'immagine della donna è disegnata dal genere maschile. Per la serie “modificazioni e mortificazioni del corpo”, il documentario Come prima più di prima mi amerò di Alessandro Capitani mostra i sogni, le illusioni e le delusioni delle candidate al concorso Miss Chirurgia Estetica 2010. Mamme rifatte del terzo millennio che non voglio invecchiare, quarantenni modello Young Adult che non vogliono crescere, la sessantenne infermiera che si ristruttura perché le piace lo spettacolo, come la merciaia che avrebbe vinto lo Zecchino d'oro se la sua canzone non fosse stata data a Cristina D'Avena e ora vuole solo apparire. Peggio di un reality. A volte è un istinto incontrollabile, quello di avvicinarsi alla perfezione, quello di assomigliare alle proprie figlie, a volte è un profondo disagio con se stesse, a volte oltre alle gambe c'è di più, altre solo un seno al silicone, ma sotto il cuore batte lo stesso.