(Cinematografo.it/Adnkronos) - "Non voglio invecchiare come Bobby Long. Preferirei vivere alla grande fino alla fine e poi cadere stecchito. Come hanno fatto Cary Grant e Katharine Hepburn". A parlare è John Travolta (50 anni) che porta a Venezia (in "Orizzonti") A Love Song for Bobby Long. L'attore - che questa mattina in conferenza stampa ha improvvisato un balletto, sulla colonna sonora della Febbre del sabato sera, con le Iene, dice ancora: "Mi piacerebbe invecchiare come Monicelli" ricordando l'incontro avuto in mattinata con l'89enne regista italiano. "Ritrarre qualcuno più vecchio di me mi ha spaventato un po' all'inizio - dice - ma il personaggio era scritto in modo molto poetico. Un'esperienza che avevo avuto già in Pulp Fiction dove interpretavo un assassino e eroinomane ma, essendo poetico, poteva tirare fuori la sua umanita". Nel film, diretto da Shainee Gabel, Travolta è un ex professore di letteratura, malandato e fuori dalle regole, che vive in una casa in cui va ad abitare Pursy, l'adolescente interpretata da Scarlett Joahnsson. "Un personaggio poetico - spiega il divo - colto, che ama la letteratura. Ecco, credo proprio che dovremmo tornare alla letteratura per capire meglio di noi stessi". Un film indipendente perché "una storia come questa è difficile che possa produrla un grande studio. E' un lusso poter interpretare questi film perché sono meno rischiosi: quando fai parte di un progetto molto costoso c'è sempre la paura che la storia non arrivi al pubblico e si finisce con il rimetterci un sacco di soldi". "Hollywood è un brutto posto - gli fa eco Scarlett Johansson - pieno di gente strana con tante insicurezze. Per resistere bisogna avere una buona natura e una famiglia sana".Forse per questo la giovane attrice, al festival anche in qualità di giurata, ha scelto di girare un film con Woody Allen, il più anti-hollywoodiano dei registi americani. "La cosa più straordinaria di Allen è che non è presuntuoso".