"Credo che sia molto importante far girare questo documentario per  metterlo in faccia ai colpevoli ma voi, giovani napoletani, siete la speranza della città e dovete gridarlo, perchè non possono non ascoltarvi". L'esortazione e la denuncia alla classe dirigente di Giuseppe Carrisi, giornalista, scrittore e documentarista ai giovani giurati del Giffoni Film Festival arriva diretta e in prima persona, come si percepisce siano state montate le storie girate tra Barra (provincia di Napoli), Nisida (il carcere minorile) e Goma nella Repubblica democratica del Congo: tante voci condensate in un documentario prodotto per la prima volta da Giffoni Experience e Provincia di Pisa, Voci dal buio.
La filastrocca del pifferaio magico su immagini di guerra di due paesi geograficamente e politicamente diversi ma che hanno un comune denominatore: i bambini vittime designate di una logica perversa che nega e calpesta sistematicamente i loro diritti.
"Il comune denominatore è lo sfruttamento" incalza il regista, mentre tiene abbracciato uno dei protagonisti del doc, vittima del gioco perverso dei potenti, un soldato della camorra al quale è stata negata l'infanzia "per raggiungere un potere ben preciso e stabilito dall'organizzazione: il miraggio della ricchezza, dei soldi facili".
Ragazzo che per il gioco di tagli e contrapposizioni narrative non ha occhi e bocca tanto diversi dall'esercito di bambini soldato vittime di diverse forme di abuso in Congo: "Tra i 4000 ex bambini-soldato che nel Don Bosco di Goma vanno a cercare la loro speranza per il futuro, ho trovato storie tristissime", dice il regista, che non mostra mai primi piani ma particolari "perché anche se riuscissimo a vederli non avremmo idea di che uomini diventeranno domani". Voci dal buio verrà distribuito in tutti i Warner Village Cinemas.