Il retaggio de L'amante inglese è scopertamente letterario. Il personaggio interpretato da Kristin Scott Thomas nel film che uscirà nelle nostre sale il prossimo 5 marzo (distribuito da Teodora in circa 40 copie) è molto simile alle eroine di Flaubert (Madame Bovary) e Tolstoj (Anna Karenina), e ha più di una affinità con la Lady Chatterley di David Herber Lawrence. Al pari delle suddette protagoniste è una donna dell'alta borghesia - il marito è un medico facoltoso (Yvan Attal) - che manda all'aria tutto quanto per inseguire la travolgente passione nei confronti di un proletario, l'operaio Ivan (il villoso Sergi Lopez). In gioco non c'è solo l'amore, ma un riscatto esistenziale (e di genere) e una spietata lotta di classe. Con conseguenze, ovviamente, nefaste.
"Credo molto nel determinismo - afferma la regista Catherine Corsini, a Roma con Sergi Lopez per promuovere la pellicola - e al fatto che le persone siano incatenate alle proprie origini. Ecco perché questa grande voglia di libertà non può che sfociare in tragedia". Ed ecco perché il melodramma della Corsini maschera in fondo un film politico, come conferma l'attore protagonista. "Lavoro spesso con registi che hanno una visione politica del cinema - afferma Lopez - e Christine non fa differenza. Quando accetto un ruolo non devo necessariamente accettare il punto di vista del mio personaggio, ma quello del film sì. E questo ne aveva uno davvero rivoluzionario: in apparenza è il classico triangolo, ma in definitiva i ruoli di moglie e amante sono invertiti. Ivan non è il maschio forte e determinato, cui tocca sempre di decidere. Ma una persona capace di fare un passo indietro quando è necessario e di lasciare che sia questa donna forte e volitiva a trascinarlo". Lui, icona dell'uomo latino, si è sentito quasi "un extraterrestre" nei confronti dell'algida (e inglese) Scott Thomas: "Venivamo da due pianeti diversi ma siamo riusciti a costruire un comune universo sensuale: recitare con un'attrice che trema mentre dice la battuta, perché è totalmente coinvolta da quello che fa, aiuta. Kristin è straordinaria". La vicinanza tra i due è palpabile nelle scene di sesso: "Non mi piace il mio corpo e provo sempre un po' di vergogna quando mi devo spogliare - ammette l'interprete spagnolo - ma con Kristin e Christine abbiamo costruito un'intimità che per quanto fosse fittizia ti conquistava. Eravamo sempre un po' persi".
La Corsini afferma che da molto tempo voleva filmare la Scott Thomas, per via "della sua bellezza così misteriosa, come un personaggio di Hitchcock". Mentre la scelta di Lopez voleva dire soprattutto avere a disposizione "una sensualità selvaggia, dal fascino epidermico". La loro esplosione d'amore resta il perno di una storia che si avvita fatalmente su un tragico epilogo, trascurando però altre questioni: "Kristin voleva che fosse più evidente l'angoscia di una madre che abbandona col tetto coniugale anche i propri figli - confessa la regista - Ma io ritenevo che si percepisse forte anche senza insistere. E non era il punto centrale del film". E sui debiti con Truffaut (molti i punti di contatto con La signora della porta accanto) la cineasta è anche più netta: "E' il mio regista preferito, ma i suoi dialoghi sono più letterari e profondi, e lo stile quanto di più lontano dal mio".