"La vita di Monica Vitti sarebbe davvero un bellissimo film per il cinema, una storia fatta di grandi sentimenti, grandi incontri e momenti indimenticabili". A parlare è la scrittrice Cristina Borsatti che all'attrice, icona indiscussa del nostro cinema, dai film sull'incomunicabilità di Michelangelo Antonioni alla "commedia all'italiana", ha dedicato un libro che porta semplicemente il suo nome ed è edito da L'Epos. Il volume, che raccoglie anche le testimonianze dei registi che hanno lavorato con lei: Mario Monicelli, Dino Risi, Ettore Scola e Franco Giraldi, racconta la Vitti tra pubblico e privato: "L'idea  è nata dalla lettura di due sue autobiografie Il letto e una rosa e Sette sottane - spiega l'autrice -. Monica Vitti si lascia difficilmente intervistare e questi libri, in cui lei si racconta in maniera molto intima, sono stati una preziosa fonte di informazioni". L'opera è stata presentata ieri sera al Cinema Trevi di Roma, nell'ambito della rassegna dedicata all'attrice e in programma fino al 25 settembre. Sedici i titoli in cartellone, suddivisi per tema: dall'incomunicabilità agli "schiaffi" ricevuti in scena, dall'emancipazione femminile alla gelosia. Tra gli altri L'avventura di Michelangelo Antonioni, Amore mio aiutami e Polvere di stelle di Alberto Sordi". A parlare di Monica Vitti ieri c'era anche Mario Monicelli, che ha diretto l'attrice in tre film, La ragazza con la pistola, Le coppie e Camera d'albergo, e prima ancora le aveva fatto doppiare il personaggio interpretato da Rossana Rory ne I soliti ignoti. Il regista, al quale da sempre viene attribuito il merito di aver scoperto il grande talento comico di Monica Vitti, ha ricordato il loro primo incontro, grazie all'amicizia con Antonioni, e la nascita del sodalizio tra lei e Sordi. "La frequentavo quando aveva 23 anni ed era la compagna di Michelangelo - racconta Monicelli -. Era una persona molto divertente, spiritosa, che sapeva sempre cogliere il lato più umoristico delle cose e delle persone. A un certo punto mi chiesi perché mai non facesse una commedia, ma solo film sull'incomunicabilità aggrappata a delle tende (il riferimento è ad una scena di Deserto rosso, n.d.r.). Così le proposi di lavorare in La ragazza con la pistola. Volevano che facessi il film con Claudia Cardinale, ma alla fine la spuntai e fu un bene. Monica aveva tutte le caratteristiche necessarie a interpretare quel personaggio: era allo stesso tempo divertente e sexy, perché era disinibita, non come tante attrici belle che hanno paura dei ruoli comici". Sordi? "Aveva trovato una partner al suo stesso livello. E poi era anche un po' innamorato di lei. Come me...".