Nella terza giornata del Lecco Film Fest, appuntamento al Cinema Aquilone (location sostitutiva a piazza 20 Settembre, causa allerta meteo), per l’incontro Verso le pari opportunità: appunti per una rivoluzione.

Intervengono Luigi Ballerini, medico e scrittore per ragazzi, Tiziana Ferrario, giornalista e scrittrice, Angela Prudenzi, critica cinematografica, Marina Sanna, critica della Rivista del Cinematografo. Modera Angela D’Arrigo, curatrice del Lecco Film Fest che rompe il ghiaccio con una domanda diretta: “Dopo il “Mee Too” cosa è cambiato?”.

Prudenzi elenca dati difficilmente confutabili: «Solo il 12% dei finanziamenti pubblici per realizzare un film va a donne e solo il 21% dei finanziamenti Rai. Solo il 9,2% di film realizzati da donne vengono distribuiti. Le produttrici sono il 25%, e le sceneggiatrici il 14,6%».

Ma ci sono anche dati positivi? Certo , e uno in particolare dovrebbe far riflettere. Il confronto tra i film che arrivano ai festival e ottengono i premi. Quelli firmati da registi uomini e premiati sono il 17%, quelli delle donne il 33%. Angela D’Arrigo sposta il ragionamento sulla descrizione delle donne nelle serie tv. Ballerini segnale il rischio di nuove omologazioni da cui guardarsi: quelle per esempio che vorrebbero «imporre nuovi pedagogismi e stereotipi, ad esempio siamo passati dalla ragazza sottomessa alla ragazza ribelle.

E il rischio oggi è che tutte si sentano obbligate a diventare così. E mi chiedo: che posto c’è per la ragazza mite?». Osservazione che non trova d’accordo Ferrario: «La ragazza mite passa per quella sottomessa. Forse lei da uomo non si accorge di tutti i privilegi che ha avuto. Il concetto di normalità non è uguale per tutti. Io sogno un mondo in cui tutti possano avere le stesse opportunità e ribellarsi vuol dire lottare per essere sé stesse, non è uno stereotipo».