Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani, inquadrato dallo sguardo anticonformista della 14enne Nina (Chiara Passarelli), di cui conosciamo i genitori separati - il padre "senza spina dorsale" (Silvio Orlando) e la madre nevrotica (Luciana Littizzetto) - il fratellino razzista (Matteo Amata) e la nonna maudit (Piera Degli Esposti), il suo primo amore (Emanuele Propizio) e il suo professore d'italiano (Michele Placido), con la moglie (Margherita Buy) e un figlio (Andrea Fachinetti) che vorrebbe partecipare al Grande Fratello.
Nel cast anche Max Tortora ed Elena Sofia Ricci, è Genitori & Figli: Agitare bene prima dell'uso diretto da Giovanni Veronesi, scritto a sei mani con Ugo Chiti e Andrea Agnello (autore del romanzo Genitori & figli, Mondadori) e prodotto e distribuito da Filmauro: da venerdì 26 febbraio in 550 copie.
"Dopo tre film a episodi - dice il regista - ho voluto disintossicarmi, con una storia unitaria, personaggi meglio descritti, e sono andato contro la famiglia allargata: non ci credo, esiste solo per la pace comune, un compromesso sbagliato, pure per i figli, viceversa io sono per il branco, quel nucleo di 4-5 persone, che ti condizionano l'intera vita, nel bene e nel male".
"Oggi - prosegue Veronesi - per essere moderni si fa di tutto, ma la verità è un'altra, quella del branco: come nel finale del film, quando Nina, il fratellino e i due genitori si tuffano in mare, dopo avervi gettato le ceneri della nonna, e non ci sono ruoli, ma sorrisi veri". "Una scena vera: quando con mio fratello Sandro, abbiamo disperso le ceneri di nostro padre in acqua, si sono buttati i suoi figli e poi pure noi. E' stato un bagno liberatorio", aggiunge Veronesi, che sottolinea di "aver fatto un errore comune di sottovalutazione quando sono mancati i miei, ma poi ho sentito un vuoto enorme". 
Rifiutando l'accusa di volgarità mossa al film: "Mi sono espresso come la gente fa normalmente" e puntualizzando come "il Grande Fratello sia solo un espediente per far litigare figlio e padre", Veronesi parla di "una società molto pericolosa, in cui i bambini non sono più incontaminati, come dimostra il fratellino razzista, ma a volte spietati. Un bambino può chattare per giorni su Facebook con un pedofilo senza che nessuno lo sappia: non è più l'atmosfera familiare quella che oggi forma i giovani", mentre della scena nel campo rom, dove il personaggio della Littizzetto si reca per chiedere scusa delle percosse inflitte da suo figlio a un coetaneo zingaro, sottolinea: "Per me è la scena più bella. Ho voluto punire una piccolo-borghese, che va a chiedere scusa all'insegna del politically correct: ma il rom ti giustizia, e ti sfila 100 euro. Non c'è nulla di comico qui, d'altronde con gli zingari c'ho vissuto per 10 anni a Prato, e li conosco bene". 
Ispirato dai temi svolti ad hoc da due scuole secondarie di Bologna e Foggia, Genitori & Figli conoscerà una seconda fase di collaborazione con le scuole: in sinergia col Ministero e Agiscuola, Filmauro ha promosso un concorso legato al film, che vedrà gli studenti delle scuole secondarie cimentarsi con il tema "Genitori & Figli": il componimento giudicato migliore varrà 20mila euro al suo autore e 30mila euro all'istituto d'appartenenza per la costruzione di un laboratorio audiovisivo.
Da ultimo, la parola a Luciana Littizzetto: "Interpreto una donna complicata, nevrotica, con un marito senza spina dorsale e mi fidanzo con un altro balengo (Max Tortora), che non scommette sul futuro. Viceversa, lei è viva, lotta, discute: è una donna d'oggi, che fa 6.500 cose insieme ma tutte abbastanza male..." e Silvio Orlando, definito dalla Littizzetto "un attore consumatissimo, quasi liso": "Ringrazio Veronesi, tra i pochi a scrivere commedie non solo per attori comici, e credo che Nina, con il suo candore e la capacità di dire dei no, sia un esempio contro il conformismo che sta distruggendo noi e gli adolescenti".