"Esiste ancora uno spazio per un cinema diverso? Quali margini restano a chi si muove fuori dalle regole del mercato? Come conciliare l'esigenza del dialogo con gli spettatori senza arrendersi all'omologazione dei gusti e del linguaggio?": questi gli interrogativi mossi da Fabio Ferzetti, delegato generale delle Giornate degli Autori, giunte alla quinta edizione e in programma dal 28 agosto al 6 settembre durante la 65° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
Undici film, da undici paesi diversi: tra questi, cinque opere prime, quattro registe donne e quattro film provenienti dall'Europa Centrale. "Non è un caso - spiega ancora Ferzetti - così come l'anno scorso il fil rouge delle Giornate e dell'intera Mostra era dato dalla guerra, dai conflitti, per questa edizione dei Venice Days l'interesse si è spostato su storie di fuga, tradimenti, infedeltà, dissidi interiori, vere e proprie inquietudini di un Europa sempre più problematica ed insoddisfatta".
Unica opera che non proviene dal vecchio continente è Una semana solos dell'argentina Celina Murga (che ritorna al Lido dopo Ana y los otros): lo stesso Machan (nelle sale dal 12 settembre distribuito da Mikado), girato in Sri Lanka con attori cingalesi, tragicomica vicenda di un'improvvisata squadra di pallamano decisa con ogni mezzo a lasciare il proprio paese, è realizzato con fondi tedeschi ed italiani e diretto da Uberto Pasolini, debuttante di lusso dietro la macchina da presa, già produttore di Full Monty. In compagnia alle Giornate con altri quattro esordienti: il finlandese Jukka-Pekka Valkeapää con The Visitor, film inquieto e visionario, rimandante al cinema di Tarkovskij, il rumeno Adrian Sitaru, autore della stravagante commedia filosofica Hooked, la pluripremiata regista inglese di teatro e tv Sallie Aprahamian con Broken Lines e l'italiano Stefano Tummolini, regista di Un altro pianeta, film ambientato tra le dune della spiaggia di Capocotta, scritto insieme all'attore protagonista Antonio Merone e girato in 7 giorni con 980 € di budget.
Humour nero e rivisitazione al femminile de I quattrocento colpi da Belgio e Francia: Nowhere Man di Patrice Toye e l'autobiografico Stella di Sylvie Verheyde, ambientato nella Parigi del '77.
Dalla Slovenia, dalla Polonia e dalla Repubblica Ceca, poi, gli altri tre film in cartellone: Landscape n. 2, opera seconda dello scrittore Vinko Moderndorfer, Scratch di Michal Rosa, sorta di variazione sul tema del premio Oscar Le vite degli altri e A Country Teacher di Bohdan Slama, interpretato da Pavel Liska, già presente nel cast di The Visitor. Ancora Italia, poi, per i due insoliti cine-ritratti che chiudono il programma: Che saccio di Camille d'Arcimoles, sorta di album di famiglia su Emanuele Crialese e i suoi due giovanissimi "non attori" siciliani, Francesco Cassia e Filippo Puccilo, e Il passato è il mio bastone di Flavia Mastrella e Antonio Rezza, amalgama degli interventi dei critici sui loro precedenti lavori, definito dallo stesso performer "documentario su come io e Flavia non progettiamo quello che facciamo".