Per la settima volta in settantanove edizioni di Mostra del Cinema di Venezia e per il terzo anno consecutivo, il Leone d’Oro finisce nelle mani di una regista: è la statunitense Laura Poitras a entrare nella storia del festival dopo Margarethe von Trotta, Agnès Varda, Mira Nair, Sofia Coppola, Chloe Zhao e Audrey Diwan.

Il suo All the Beauty and the Bloodshed è il secondo documentario nella storia della Mostra a vincere il massimo alloro del festival, a nove anni da Sacro GRA di Gianfranco Rosi. E con questo Leone d’Oro gli Stati Uniti superano l’Italia nell’albo d’oro, raggiungendo la capolista Francia con dodici titoli.

Grazie alla sua prova in Tár, Cate Blanchett entra nel club delle attrici che hanno vinto per due volte la Coppa Volpi, unendosi a Shirley MacLaine, Isabelle Huppert e Valeria Golino. Blanchett, infatti, ha già vinto nel 2007 per Io non sono qui, in cui interpretava una versione di Bob Dylan.

Cate Blanchett - Foto Karen Di Paola

Dall’istituzione del premio (1990), Luca Guadagnino è il secondo italiano a ricevere il Leone d’Argento per la miglior regia. Non capitava, infatti, dal 1994, quando Carlo Mazzacurati ottenne il riconoscimento per Il toro. Per Guadagnino è anche il primo grande riconoscimento ottenuto in un festival internazionale. A Bones and All va anche il Premio Marcello Mastroianni per l’interprete emergente, assegnato alla protagonista Taylor Russell.

Oltre all’horror romantico di Guadagnino, ci sono altri due i film che tornano a casa con due premi nel palmarès: Saint Omer, esordio nella fiction di Alice Diop, che vince il Gran Premio della Giuria e il Leone del Futuro (assegnato dalla giuria presieduta da Michelangelo Frammartino); e Gli spiriti dell’isola di Martin McDonagh, che conquista la Coppa Volpi per il miglior attore (Colin Farrell) e il premio per la miglior sceneggiatura (seconda volta per McDonagh dopo Tre manifesti a Ebbing, Missouri nel 2017).