Daniele Segre con Morire di lavoro al NapoliFilmFestival. Per la sezione Parole di Cinema, Segre, regista impegnato nel sociale e docente al Centro Sperimentale di Cinematografia, ha presentato il suo ultimo film agli studenti accorsi all'Auditorium di Castel Sant'Elmo.
"Detesto il termine documentario. Il cinema è cinema: si tratta sempre - precisa Segre - di mettere in scena una storia. Morire di lavoro è un film che racconta gli operai del settore edile e le loro problematiche riguardo la sicurezza". Viaggio attraverso i racconti e le testimonianze dei compagni e dei familiari di persone morte sul lavoro, il film stigmatizza una realtà sconcertante: gli incidenti mortali nei cantieri edili, il lavoro nero e il caporalato, la mancanza di sicurezza dei luoghi di lavoro, una quotidianità che tutti conoscono e che viene ignorata dai poteri dello Stato. 
Nonostante l'anteprima a Montecitorio e al Parlamento Europeo di Strasburgo, la RAI - racconta Segre - "alle mie condizioni di mandare in onda Morire di lavoro in prima serata si è resa indisponibile". Non a caso, prosegue il regista, "il motivo principale che mi ha spinto a realizzarlo è stata l'indignazione". Infine, Segre sottolinea la finalità educativa di Morire di lavoro, invitando gli studenti a "prendere consapevolezza dei propri diritti". 
In programma fino al 16 giugno, NapoliFilmFestival prevede per Parole di Cinema altri tre appuntamenti: Daniele Luchetti (Mio fratello è figlio unico); Luciano Tovoli (Suspiria di Dario Argento) e Luciano Emmer (I magici colori di Napoli e Le pecore di Cheyenne).