Romana, classe 1960. Subito alla ribalta col successo di Mignon è partita, Francesca Archibugi si impone poi all'attenzione del pubblico con titoli come Il grande cocomero e L'albero delle pere. A riportarla al cinema è ora Lezioni di volo con Giovanna Mezzogiorno e i giovanissimi Andrea Miglio Risi, Angel Tom Karumathy. Al centro del film, da oggi in sala per la 01 Distribution, è la storia di Pollo e Curry, due amici diciottenni, con un rapporto molto problematico scuola e famiglia. Entrambi bocciati, per fuggire a un'estate di recriminazioni, organizzano una fuga in India. "Una sorta di viaggio iniziatico - come lo definisce la stessa Archibugi - che non li porta però a trovare se stessi. Piuttosto li riconcilia con il loro passato". Curry, "indiano de Roma" nato e cresciuto in Italia, lo fa ritrovando una patria che non ha mai conosciuto. Pollo si imbatte invece in Chiara, la dottoressa interpretata dalla Mezzogiorno, che gli farà scoprire l'amore.

Perché un film in India?
E' un paese che amo da sempre. Degli indiani mi piace soprattutto la gentilezza: un attributo che sembra formale, ma invece riguarda a fondo i rapporti fra le persone.

A cosa si riferiscono le Lezioni di volo del titolo?
Vanno intese in senso quasi letterale: un abbandono delle abitudini in cui ci adagiamo, anche quando siamo infelici. Un viaggio in un paese così diverso produce una profonda frattura con quello che eri. Riconcilia i protagonisti con il passato, facendo loro capire ragioni e legittimità del loro precedente modo di essere.

E il tema?
La storia nasce da quella di uno dei protagonisti: un ragazzo di origini indiane, nato e cresciuto in Italia, ormai del tutto romano nei modi e nella parlata, che non è mai stato in India. Mi è venuta così voglia di andarla a scoprire con gli occhi di qualcuno che sa di appartenerle, pur non avendola mai vissuta.

Giovani e adolescenti tornarno spesso nei suoi film. Cosa la spinge verso di loro?
Da una parte forse il fatto che invecchiando, mi aggrappo sempre più a loro. Dall'altra una tradizione che mi lega inconsapevolmente a loro fin dal saggio di diploma al centro sperimentale. una tradizione letteraria più ancora che cinematografica legata ai romanzi di formazione.

Quali sono stati i romanzi di formazione di Francesca Archibugi?
Mi considero una tolstojana. Fondamentale è per me Natascia di Guerra e pace: un personaggio che, tolta la guerra del titolo, ha un destino esistenziale davvero rivoluzionario. I caposaldi rimangono però L'educazione sentimentale di Flaubert e il Dedalus di Joyce: Più in generale direi che come tipo di costruzione narrativa mi rivolgo più alla letteratura.

E il personaggio di Giovanna Mezzogiorno?
Una ragazza cresciuta in fretta, sobbarcandosi responsabilità troppo grandi. Quello con i due ragazzi è un incontro reciproco: loro vedono in lei quello che dalla vita si può ottenere, mentre lei scopre una nostalgia immensa e capisce di aver rinunciato a vivere e divertirsi per troppo tempo.

Dove avete girato?
Dal nord del Rajastan, al confine col Pakistan, fino alla punta meridionale del Kerala, abbiamo attraversato quasi tutto il paese e visto Indie molto diverse: da quella desertica, arroventata dal caldo, a quella lussureggiante, salgariana, popolata dai coccodrilli.

Che genere di esperienza è stata?
Faticosa ma bellissima. Ho girato per tre quarti con una troupe indiana davvero brava. La cosa più divertente è stato il loro stupore: a differenza del cinema bollywoodiano, tutto in interni, noi abbiamo ripreso tutto dal vero: ospedali, mercati, pullman di linea. All'inizio erano scioccati, poi, presi dall'entusiasmo hanno cominciato ad assecondarmi e abbiamo finito così per bloccare intere strade, stazioni. Un'esperienza straordinaria.