"Non credo nella neutralità, ma nell'equità. L'Onu scomparirà, come la Società delle Nazioni a ridosso della Seconda guerra mondiale: non si può essere neutrali di fronte ad uno stupro". Va alla guerra Danis Tanovic, regista bosniaco premio Oscar 2002 con No man's land, che inaugura in concorso il quarto Festival internazionale del film di Roma con Triage, interpretato da Colin Farrell, Paz Vega, Christopher Lee e Branko Djuric. 
Nel film, “il guaio di voi gente di guerra è che vi credete immortali” dice il dottor Talzani (Djuric) al fotografo Mark Walsh (Farrell), photoreporter di guerra nel Kurdistan del 1988: in realtà, non sono immortali, né immuni dai danni collaterali. Mark torna a pezzi nella sua Dublino, e radicalmente cambiato: la moglie (Vega) impotente chiede aiuto al nonno franchista (Lee), già artefice della “redenzione psicologica” dei falangisti...
Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex corrispondente di guerra Scott Anderson, Triage è per Lee, reduce della Seconda Guerra Mondiale, "uno dei migliori film bellici che abbia mai visto, perché non inquadra solo la guerra, né dei soldati, ma un fotografo, che la guerra non la fa per mestiere ma con coraggio".
Viceversa, dopo il successo di No man's land, "quando ormai sapevo già le risposte prima delle domande dei giornalisti, ero stanco, ridotto a una macchina, e mi dicevo che non avrei fatto un altro film sulla guerra: non volevo affatto fare Triage, nemmeno leggere il libro. Poi ho pensato di scriverne solo la sceneggiatura, ma ho cambiato idea grazie a Sydney Pollack, che voleva fossi io a dirigerlo", e a Pollack ed Anthony Minghella oggi è dedicato il film.
Ma oltre il film c'è la politica: "Essere neutrali significa non fare niente. In Bosnia - conclude Tanovic - è stato come se una donna fosse stuprata e qualcuno che si professa neutrale decidesse di legarla e darle un cioccolatino lasciando lo stupratore a continuare il suo orrore. Insomma, non credo che l'Onu esisterà ancora a lungo".