Ha un sapore nostalgico, quasi amaro, l'estate che ci consegnano i Vanzina. Sarà la recessione economica, il clima (non solo metereologico) che cambia, sarà l'eliminazione dagli europei, ma questo Paese inizia a ridere a denti stretti anche dentro l'oasi protetta della commedia vanziniana: "Prevedo un'estata d'attesa. I nostri connazionali iniziano a capire che il futuro dipende da loro ed è tempo di rimboccarsi le maniche. Non sarà un'estate edonista. E molti la passeranno in città". Quella di Carlo Vanzina, il "regista" nella coppia d'oro del cinema italiano (Enrico è lo sceneggiatore), non è una semplice previsione, ma una speranza. Con Un'estate al mare, dal 27 giugno al cinema in 700 copie distribuite da Medusa,i figli di Steno sfidano un vecchio tabù: "Con Medusa - dichiara Enrico - ci siamo avventurati in una vera e propria impresa: girare il film in pochissimo tempo e farlo uscire in sala a fine giugno, proprio nel periodo in cui in Italia il cinema abbassa la saracinesca. Ma è una scommessa che possiamo vincere". Intanto hanno vinto la prima. Il film è stato pensato, scritto e girato in 7 mesi, nonostante la difficoltà di gestire un cast numeroso e le insolenze del tempo: "Bisognava cercare piccoli spicchi di sole. - conferma Carlo - Il set è stato caratterizzato da questa continua angoscia metereologica". 7 episodi tra corna, donne, calcio e coatti, ambientati nei tipici scenari estivi della penisola (Da Capri a Porto Rotondo), con gli amati volti della comicità all'italiana, come Lino Banfi, Ezio Greggio, Massimo Ceccherini, Enrico Brignano, Biagio Izzo, Enzo Salvi e uno spassoso Gigi Proietti, protagonista dell'ultimo sketch, forse il più divertente.Il piatto forte è la risata, ma il retrogusto è amarognolo: "Non bisogna aver paura di aggiungere amarezza.- affermano i due fratelli - La nostra tradizione è piena di esempi del genere. Una risata fine a se stessa, "il boato" come viene chiamato da alcuni produttori, serve a poco. Dura un attimo e non ti lascia nulla. Ci piaceva l'idea di fare un film che divertisse ma lasciasse anche pensare, come ci hanno insegnato i maestri della nostra commedia". E subito viene in mente il nome di Dino Risi, alla cui memoria i Vanzina dedicano il film: "I riferimenti ai suoi film sono tanti - aggiunge Enrico - da Il sorpasso a L'ombrellone". Da un altro emblema della comicità nostrana, Pieraccioni, la coppia ha invece saccheggiato Massimo Ceccherini e la "scelta di utilizzare attrici molto belle". La ripescata Anna Falchi, l'azzurra Alena Seredova, la generosa Victoria Silvested, la sorprendente Nancy Brilly e la "bellissima Marisa Jara, un'attrice spagnola che debutta sul grande schermo". E' tutto merito loro, invece, l'invenzione di questo nuovo filone: il cine-cocomero. Ma i due scuotano la testa: "Non avevamo nulla a che vedere con il cine-panettone prima, non ci riconosciamo nella definizione di cine-cocomero adesso. Ci piacerebbe che al posto di cine-cocomero si parlasse di cine-ombrellone. E poi il cocomero lascia la bocca sporca e appiccicosa".