"Non sono molto portato per la musica, dover cantare, suonare e ballare era un incubo, ma mi hanno ammaestrato come una foca, e alla fine tranne per il ballo mi sono divertito". Così Hugh Grant, protagonista con Drew Barrymore di Scrivimi una canzone, la commedia musicale di Marc Lawrence che esce nelle sale italiane venerdì 23 distribuita da Warner Bros. in 350 copie. Hugh Grant interpreta Alex Fletcher, una pop star degli anni '80 caduta in disgrazia, che riesce a risalire la china grazie alla paroliera dilettante Sophie Fisher (Drew Barrymore). "Prima che ci facciano causa, voglio chiarire subito - dice Grant - che non ci siamo basati su cantanti o band reali, certo per le recitazione la più grande influenza sono stati gli Wham!, mentre per il ballo i Duran Duran". "Non ho grandi ricordi degli anni '80 - prosegue l'attore inglese - soprattutto per la scena musicale: non mi intendo, non l'ho mai seguita. Mi ricordo i capelli, una cosa enorme e orribile, su cui invano spremevamo del limone per diventare biondi; e la tuta mimetica striminzita con cui giravo". Abituale interprete di commedie, per Grant "l'importante è che vengano dal cuore: nel caso di Richard Curtis (che l'ha diretto in Quattro matrimoni e un funerale, Love Actually e non solo) è proprio così, si innamora un martedì sì e l'altro no. Anche Marc Lawrence è romantico e creativo. E tra le commedie inglesi e americane credo che l'unica differenza - sia Londra che New York sono molto cinematografiche - sia il cibo sul set: negli Usa arrivi che pesi 70 kg e riparti che ne pesi 170". Nel frattempo l'album che raccoglie le canzoni di Scrivimi una canzone - suonate e interpretate dallo stesso Grant e dalla Barrymore - è in vetta alle classifiche americane di ITunes e Amazon: "Sono una popstar più famosa di Justin Timberlake". "C'è stato molto lavoro da fare sulla musica - prosegue Grant - che mi ha lasciato poco spazio per concentrarmi sul personaggio. Sono molto pignolo, ma conoscendo bene Lawrence mi sono fidato e sono entrato nella parte naturalmente. Comunque trovare la voce pop o rock con cui cantare è stato molto difficile". Sulla possibilità di ritrovarsi meteora come il suo personaggio, Grant ironicamente dice che "quel giorno è dietro l'angolo, ma non mi dispiace. E poi non è male essere un ex-star: in Gran Bretagna ti infilano in tutti i reality, nella giungla, o a ballare sul ghiaccio". "Non ho particolare desiderio - aggiunge l'attore - di ritornare a ruoli drammatici: ci sono attori migliori di me per farli, e soprattutto non credo che i film seri siano più importanti o difficili da interpretare della commedia". E ancora sul cinema: "Girare è noioso, l'unica persona a divertirsi davvero è il regista, forse dovrei passare dietro la macchina da presa. E' una tecnologia sviluppata all'inizio del secolo scorso e da allora non è molto cambiata". Se i film di Woody Allen, dei Monty Python e con Peter Sellers sono quelli preferiti, Grant confessa: "Non mi stancherò mai della commedia, ma forse sono ormai troppo vecchio per quelle romantiche". Da ultimo, spazio ai complimenti. Innanzitutto, per la sua compagna di set in Scrivimi una canzone, Drew Barrymore: "Ha fascino, è interessante, ti attira come una bambina, e fa sembrare molto bravo anche il partner con cui recita". E poi Roma: "Certo nessuno si siede qui in conferenza stampa e dice di odiare Roma, ma davvero amo questa città. La vista dalla mia camera (Hotel Hassler a Trinità dei Monti) è senza uguali al mondo".