"Nell'estate del 2006, mentre infuriava la guerra in Libano, stavo finendo il film. Ai tanti che mi dicevano "peccato non sia già pronto", rispondevo: "Con i governanti che abbiamo, Valzer con Bashir sarà sempre attuale, vedrete...". Purtroppo, avevo ragione".
Così il regista israeliano Ari Folman, che porta in sala dal 9 gennaio (in 21 copie con Lucky Red) l'animazione Valzer con Bashir, già in cartellone a Cannes, candidata ai Golden Globe e in lizza per gli Oscar, e vincitrice dello European Film Award per le musiche di Max Richter.
Documentario animato (tradizionale, Flash e 3D) che narra l'esperienza del regista nelle file dell'esercito israeliano durante la prima guerra in Libano del 1982, soffermandosi sui massacri dei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila per mano dei falangisti cristiani, "Valzer con Bashir è stato accolto molto bene in patria, trasformandomi da ribelle in beniamino dell'establishment. Israele è molto tollerante verso i propri artisti e intellettuali, e inoltre io ho combattuto: un valido motivo perchè il governo sostenesse il film, anche all'estero. Inoltre, per la prima volta, si mostra come gli israeliani non abbiano partecipato attivamente, premendo il grilletto, ai massacri di Sabra e Chatila, benché la nostra leadership sapesse quanto stava accadendo".
"La buona accoglienza - prosegue il regista - si spiega anche col fatto che racconto la storia dalla mia parte, di israeliano e soldato: scelta anche criticata, ma credo sarebbe ipocrita e presuntuoso superare il confine e vedere i fatti da un altro punto di vista. Viceversa, ben vengano opere dal campo opposto".
Prendendo posizione sulla guerra in corso nella Striscia di Gaza, Folman distingue "tra chi è per la violenza e chi no: da noi, come in molti altri Paesi, i primi sono la stragrande maggioranza. In quest'ottica, si troverà sempre una giustificazione alla violenza, sia essa di natura ideologica, politica o religiosa. Io sono per la non violenza, e quindi molto critico sia nei confronti del mio governo che dell'altra parte: non hanno fatto abbastanza, anzi nulla, per scongiurare questo conflitto. Non c'è più rispetto né pietà, giocano alla guerra come io potrei giocare a scacchi".
Il film si chiude con circa 15 secondi di immagini di repertorio perché - dice Folman - "nessuno esca dalla sala convinto di aver visto solo un film di animazione cool, con una bella musica, bei disegni, etc.: quelle immagini reali servono a mettere il film in prospettiva, a ricordare il massacro di più di 3mila persone, tra cui molti bambini, donne e anziani. Se qualche spettatore digiterà su Google Sabra e Chatila, avrò centrato il mio obiettivo". Bob Dylan - Folman pensava di chiudere il film sulle note di Masters of War, idea poi accantonata perché ritenuta pleonastica - e il calciatore Steven Gerrard, leader del suo amato Liverpool, ringraziati nei credits, Obama definito "la nuova speranza per tutti, la sua storia è incredibile", Folman per essere esonerato dagli obblighi di riservista a 40 anziché 50 anni è dovuto andare dallo psicoterapeuta: "Ma il cinema è un milione di volte più effiace della psicoterapia, perché è terapia dinamica, devi viaggiare e ascoltare gli altri, e non solo te stesso".
"Grazie a Valzer con Bashir - conclude il regista - oggi ho chiuso un cerchio della mia vita, e ho fatto pace con quel soldato 19enne che sono stato".