Dal romanzo omonimo di Christopher Isherwood (Adelphi), lo stilista Tom Ford esordisce alla regia con il drammatico A Single Man, che in due settimane di programmazione (distribuito da Archibald) ha finora realizzato oltre 500mila euro al box office.
Protagonista è lo straordinario Colin Firth (meritata Coppa Volpi a Venezia) nei panni eleganti del 52enne professore universitario George Falconer, che nella Los Angeles del '62 fatica a sopravvivere alla morte del compagno (Matthew Goode), nonostante le affettuose premure dell'amica Charley (Julianne Moore). La scossa arriverà da un suo giovane studente, Kenny (Nicholas Hoult), che sta scoprendo la propria omosessualità…
Se la laccatura estetica (fotografia calligrafica e affascinante di Eduard Grau a esaltare costumi e scenografie impeccabili) era tanto prevedibile quanto auspicabile, il fashion designer dimostra che per lui il cinema non è una moda: i cassetti sfoggiano un ordine che sarebbe piaciuto a Leni Riefenstahl, ma la vita di George è fessa e arroventata come la Mala noche di Gus Van Sant. E i due registi sono i due cigli – rispettivamente stilistico e poetico – del vicolo unico dell'Uomo Solo. In bilico tra romanzo di formazione (Kenny) e poesia di distruzione (George), A Single Man è un single malt: morbido e vellutato in bocca, fuoco nello stomaco. A buon intenditore…