“Carisma e potere, ma dietro c’è colpa, danno e vergogna. E dietro ancora vulnerabilità: quando si innamora, prende coraggio. E’ un personaggio molto romantico”. Così Tom Hiddleston, l’attore britannico celebre per il Loki della Marvel, presenta il suo Sir Thomas Sharpe, il protagonista di Crimson Peak di Guillermo del Toro, dal 22 ottobre nelle nostre sale con Universal. Interpretato anche da Mia Wasikowska e Jessica Chastain, il film è gotico, con plurime ascendenze pittoriche e non solo: per il Thomas di Hiddleston sono stati essenziali “il dipinto Il viandante sul mare di nebbia di Caspar Friedrich, e personaggi letterari e non quali Lord Byron, l’Heathcliff di Cime tempestose e il Darcy di Orgoglio e pregiudizio, che però Del Toro utilizza per disattendere le aspettative del pubblico”.

Hiddleston ha apprezzato “il set fisico”, senza troppa CGI, perché “meno devi immaginare più è facile recitare”, e sul rapporto morboso che lega il suo Thomas alla Lucille della Chastain osserva: “Danno e intimità, hanno avuto un’infanzia molto traumatica, sperimentato abusi fisici e psicologici: Thomas lotta per liberarsi dall’oppressione del passato, mentre Lucille è donna intesa e crudele, di una crudeltà generata dalla paura del giudizio e del mondo esterno. Come scriveva Josephine Hart, le persone danneggiate sono pericolose perché sanno come sopravvivere”.

Hiddleston, poi, scherza sulle emozioni, perché se con Del Toro ‘Emotion is uncool’, l’Italia è la terra di Puccini, per cui a voi le emozioni piacciono”, ma ritorna serio per celebrare il cotè femminile e femminista di Crimson Peak: “Guillermo voleva al centro del film una donna: una donna potente, indipendente come la Edith della Wasikowska, che si salva da sola, non ha bisogno di un uomo come accade abitualmente sul grande schermo. Viceversa, qui c’è una battaglia tra due donne, ma la strada è ancora lunga: servono altri film come Crimson Peak”.

Laureato in Lettere Classiche a Cambridge, l’attore classe 1981 si definisce un “book lover”: attualmente sta leggendo Dispatches, il memoir sul Vietnam di Michael Herr, e non vede l’ora di buttarsi su Purity, perché “Jonathan Franzen è uno scrittore eccezionale”.

Sull’eredità lasciatagli dai 4 mesi di lavoro per Crimson Peak, Hiddleston conclude: Guillermo ha passione ed entusiasmo per il cinema, e non solo: nel mondo, ci diceva, ci sono solo amore e paura, ogni giorno possiamo fare la nostra scelta”