Dopo i tre Oscar in "corto", i pupazzi di plastilina Wallace & Gromit osano finalmente il loro primo lungometraggio. Già il titolo del film, in uscita negli Usa oggi e nei cinema italiani da marzo, è tutto un programma: Wallace & Gromit e la maledizione del coniglio mannaro. Figlia dell'accordo coproduttivo tra gli Aardman Studio e la DreamWorks, la megaproduzione diretta da Nick Park e Steve Box affonda le radici nel lontano 1999. I due erano ancora al lavoro su Galline in fuga, quando in un fumoso pub inglese,cominciarono a fantasticare di una grande impresa. Sketch, bozze e disegni schizzati sui tovaglioli di carta sono oggi un esilarante realtà. Esilarante fin dalle prime scene, Wallace & Gromit e la maledizione del coniglio mannaro si apre con un "bobby" inglese di pattuglia per le vie di Tottington. Il paese è in fermento per la fiera dell'ortaggio gigante. Giorni frenetici soprattutto per la "S.W.A.T. Antipesto", la squadra per la difesa di zucchine, carote e patate dall'invasione di famelici coniglietti. Nel quartier generale dell'inventore Wallace un quadro di controllo in stile 007. Quando suona l'allarme rosso, con un gioco di leve e bulloni, viene buttato giù dal letto, infilato nei pantaloni, incastonato al tavolo della colazione, servito di una fetta di pane, preso di mira dalla marmellata e poi catapultato giù per uno scivolo. L'imprevisto li attende al secondo intervento, quello alla residenza di Lady Tottington, l'affettata dama che ospiterà la fiera. Sul suo prato non uno, ma una vera e propria distesa di coniglietti. La soluzione di Wallace assomiglia molto a un aspirapolvere. Ne infila un'estremità nel terreno e accende. Uno dopo l'altro i piccoli roditori vengono risucchiati nelle loro tane e aspirati nella macchina. Cosa farne però, una volta che sono tutti lì, a roteare in questo astruso attrezzo da scienziato pazzo? A suggerire la risposta è Gromit: "Un corso di riabilitazione". In sostanza, un lavaggio del cervello che li restituisca al mondo senza la passione per gli ortaggi. Wallace ci sta. Si applica gli elettrodi e inizia la terapia di convincimento: "Le carote sono cattive, l'insalata fa male, i cetrioli sono velenosi". Ecco però che gli ingranaggi si inceppano, un coniglietto finisce nei condotti e viene risucchiato nell'aspiratore. Come il ragno di Spider-Man, gli resta aggrappato alla testa e lo contamina. Anzi no. E' lui ad essere contaminato. E a diventare il primo "coniglio mannaro" della storia del cinema. "L'ambizione di un lungometraggio su Wallace & Gromit mi accompagna da anni - dice  il co-regista Nick Park -. Se ci riusciamo soltanto ora è per l'enorme portata dello sforzo produttivo richiesto". Nonostante la collaborazione con la DreamWorks, puntualizza, "manteniamo una nostra identità molto forte. Wallace & Gromit sono profondamente radicati a Bristol. E' questo l'humus della loro storia, dello humor che li accompagna fin dalla nascita". La parola d'ordine è "continuità", spiega: "Abbiamo dato il massimo per mantenere intatto lo spirito dei cortometraggi". A testimoniarlo è la titanica opera di preparazione alle spalle del film: dieci squadre di animatori sono state invitate a sviluppare altrettanti corti. Poi il dibattito, il confronto dei risultati e quelle che lui chiama "Lezioni di Wallace & Gromit": due settimane di studio intensivo dei personaggi, a cui si è sottoposto l'intero staff poi messo al lavoro sul film. Più di trenta i set lillipuziani sui quali è stato girato il film. Un'intera città ricostruita in compensato, più un esercito di goffi abitanti. Ogni personaggio ha un'anima di metallo. "Un'armatura" dotata di giunture, ricoperta di plastilina e poi dipinta a seconda dei casi. Cassettini e valigette per i colori ricoprono una parete intera: si va dall'ocra pallido al rubizzo, fino a un più deciso terra di Siena. Un discorso a parte meritano le estremità: occhi e nasi sono le parti che vengono rimpiazzate più di frequente. Per i personaggi principali, i numeri parlano di oltre 20.000 manine a film e ogni pupazzo ha un proprio set di "boccucce" intercambiabili: una valigetta con una ventina di espressioni labiali diverse, ciascuna con un cartellino: "oh breve", "oh prolungato", "uh"...