Fare chiarezza su una materia che ha scatenato numerose polemiche, ridare visibilità a film dimenticati o mai usciti in sala, recuperare vecchi finanziamenti statali andati a vuoto. Questo l'obiettivo con il quale è stato realizzato il volume Articolo 28, un catalogo che raccoglie tutti i titoli delle opere prime e seconde prodotte con il sostegno dello Stato a partire dall'introduzione nel 1965 della legge numero 1213 e realizzato da Cinecittà Diritti, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, per conto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il volume è stato presentato questa mattina a Roma da Gaetano Blandini, direttore generale per il cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Alessandro Usai, direttore generale di Cinecittà Holding e Michele Lo Foco, presidente di Cinecittà Diritti. Si tratta di un manuale rivolto prevalentemente agli addetti ai lavori e presenta, oltre alla lista delle opere che hanno beneficiato dei finanziamenti pubblici, anche l'elenco dei film in rapporto agli esiti e alla restituzione del finanziamento ricevuto, un rendiconto sugli esiti della loro diffusione e un elenco dei registi e delle società che hanno usufruito del fondo istituito con l'art. 28 presso la sezione autonoma per il credito cinematografico della BNL. "Vogliamo che questo volume costituisca un punto di partenza per il futuro e non un modo per riaprire vecchie polemiche" ha spiegato Blandini, che ha anche colto l'occasione per chiarire che "nessuno dei finanziamenti allora concessi  può essere considerato a fondo perduto e che scopo della norma non era quello di far trarre un vantaggio allo Stato. Grazie ai finanziamenti concessi con l'articolo 28 - continua - hanno potuto esordire autori come Pupi Avati, Gabriele Salvatores, Francesca Archibugi, Nanni Moretti e i fratelli Taviani". Il sostegno statale alle opere prime e seconde "è tutt'oggi fondamentale e andrebbe aumentato - aggiunge Usai -. Per i giovani autori i finanziamenti pubblici costituiscono spesso l'unica possibilità di entrare a far parte di un mercato in cui l'industria non se la sente di rischiare su di loro". Il manuale costituisce un'importante "indagine conoscitiva e di trasparenza" spiega ancora Usai. Non solo, per Lo Foco "permetterà di ridare visibilità e valore a un patrimonio che può essere nuovamente rimesso in moto".