La storia di Sant'Antonio diventa un film per il cinema, Antonio, guerriero di Dio. E' il primo lungometraggio interamente dedicato a questa figura religiosa, dai tempi del muto. Diretto dall'esordiente Antonello Belluco e prodotto con il sostegno dello Stato dalla AB Film, per un costo di circa 4 milioni e mezzo di euro, il film è interpretato dallo spagnolo Jordi Mollà (Segunda piel, Bad Boys 2). Il patrono di Padova è il santo più famoso al mondo, quello canonizzato nel minor tempo possibile, 11 mesi dalla sua morte, avvenuta il 13 giugno 1231, ma anche quello nella cui vita s'intrecciano in ugual misura verità, mito e leggenda. "Quello che mi ha conquistato di questo personaggio è la sua incredibile forza interiore. Era allo stesso tempo un missionario, un rivoluzionario, un uomo di cultura" spiega Mollà in perfetto italiano, lingua che ha "iniziato a studiare a 17 anni per amore dell'Italia e non per lavoro" chiarisce. Sant'Antonio, gli fa eco il regista, "come Giovanni Paolo II Antonio era un predicatore errante. Non ha mai fatto dei miracoli, ma portava il Vangelo in giro per il mondo nel nome di Cristo, senza fermarsi mai. La sua missione era quella di difendere i più deboli e la povera gente. Antonio era un condottiero, un trascinatore di folle, un giustiziere di Dio che usava la lingua al posto della spada". Sceneggiato dallo stesso Belluco, il film è stato girato tra Vicenza, Padova e, attualmente, a Tuscania, borgo medievale alle porte di Roma. Il film si apre nel 1263, sono trascorsi trentadue anni dalla morte di Antonio e lui riposa nella Basilica di Padova. Un frate inginocchiato di fronte alla sua tomba prega e piange. Poi inizia a raccontare e un flashback riporta lo spettatore al 1221, anno in cui il religioso naufraga sulle coste della Sicilia con una nave di ritorno dall'Africa e viene salvato da Fibonacci. Su quella stessa imbarcazione è nascosto un tesoro che l'usuraio Tebaldo intende recuperare. Affida quest'incarico a due suoi seguaci, Baldricco e Folco. Quest'ultimo (un personaggio di pura invenzione) viene a conoscenza della disavventura occorsa ad Antonio e, credendo sia stato lui a recuperare il prezioso bottino, si mette sulle sue tracce. Lo incontra a Rimini e, affascinato dalla sua spiritualità, decide di seguirlo nei suoi pellegrinaggi. Dopo la morte di Francesco, Antonio diviene il suo successore e la nuova guida spirituale dell'ordine dei frati minori. E' in questa veste che nel 1231 arriva a Padova. La scelta di concentrare il racconto sugli anni trascorsi a Padova è dovuta alla volontà di creare un parallelismo "tra ciò che accade nel film e quello che avviene nella vita di oggi" continua il regista. "All'epoca a Padova il modo più comune per arricchirsi era l'usura. Oggi ci sono l'evasione fiscale, la concussione e un'altra forma di usura, quella legalizzata messa in atto dalle banche". Il film dovrebbe essere pronto per il 2006. Con Antonio, guerriero di Dio non parlo ai cattolici, agli atei o agli agnostici, ma a tutti - continua Belluco -. In lui  vedranno una persona che è stata in grado di portare giustizia senza bisogno di violenza".