Una soluzione alla questione israelo-palestinese è possibile, ma basta con l'occupazione. Lo chiedono a gran voce i protagonisti di Private, l'opera prima diretta da Saverio Costanzo (figlio del giornalista e conduttore televisivo Maurizio) premiata con il Pardo l'Oro al festival di Locarno e dedicata proprio al conflitto mediorientale. Il film arriva nelle sale il 14 gennaio, in contemporanea con l'insediamento del nuovo leader palestinese Abu Mazen, successore di Yasser Arafat. "Sono felice della sua elezione, siamo stanchi di morti e sangue. Credo che il tempo delle guerre sia finito" dice Mohammad Bakri, attore tra i più importanti in Palestina, a Roma insieme al regista e all'israeliano Tomer Russo per presentare Private. "Ho una grande speranza - continua - che Abu Mazen e il governo di Israele possano finalmente arrivare a una soluzione definitiva. Tutti vogliamo la pace. In televisione ho visto le immagini di un padre che chiedeva ai medici di uccidere il proprio figlio per farlo smettere di soffrire. Ho pensato subito a Private perché è un grido per dire basta a queste scene orribili, alle uccisioni e alle umiliazioni". Sceneggiato dallo stesso Costanzo e prodotto dall'Istituto Luce in collaborazione con OffSide, Cydonia e RaiCinema per un costo di circa un milione di euro, il film è ispirato a una storia vera e racconta la convivenza forzata tra  una famiglia palestinese e un commando di soldati israeliani che hanno occupato il piano superiore della loro abitazione. Il padre Mohammad (Bakri) rifiuta di abbandonare la propria casa, ma la sua idea di resistenza pacifica non è condivisa dalla figlia Miriam (Hend Ayoub) che vorrebbe invece ricorrere alla forza per scacciare gli invasori. Private è "un film contro l'occupazione dei territori palestinesi" dice ancora Makri, ma "non è antisemita - chiarisce Russo che, in passato, ha trascorso tre anni nell'esercito israeliano - perché mostra come tutte le persone coinvolte da una parte e dall'altra soffrano per questa situazione. Siamo prima di tutto esseri umani e in quanto tali possiamo arrivare a una soluzione, anche se finora non ci siamo riusciti. Purtroppo, a causa di quello che hanno patito in passato, gli israeliani non hanno ancora realizzato di essere diventati loro i più forti. Sinceramente penso che quello che stiamo facendo sia all'ottanta per cento occupare una nazione e soltanto al venti per cento un tentativo di difesa". Ad essere rappresentati nel film non sono solo i soldati israeliani, spiega Costanzo, "ma l'intera società israeliana che obbliga alla leva giovani di diciannove anni e li manda armati nei territori occupati senza che abbiamo la maturità per affrontare tutto questo". In occasione dell'uscita in sala di Private l'Istituto Luce, insieme all'associazione Raggio Verde lancia un'iniziativa in favore dei sordo-muti: in alcuni cinema di Roma e Milano, il film sarà distribuito in versione sottotitolata. Intanto Luciano Sovena, amministratore delegato della società, fa sapere di avere già recuperato i costi di produzione grazie alle vendite all'estero: "Private è tra i film italiani più venduti all'estero dopo La vita è bella di Benigni - dice -. Per noi questa è già una vittoria e se anche il pubblico ci darà ragione sarà come vincere per la seconda volta".