Il genocidio armeno, la dittatura argentina, l'olocausto. Ma anche il dramma del Darfur, la piaga dell'Aids e dell'infanzia in Malawi e la spietata cronaca dal fronte afgano della guerra globale. E' un grido di dolore e rabbia, quello che emerge dal cartellone del Festival Tertio Millennio. Un'undicesima edizione, quella in programma a Roma dall'11 al 16 dicembre, che denuncia e riflette, riportando l'attenzione sui drammi più epocali di ieri e di oggi. Dodici, fra lungometraggi e documentari, i titoli che esploreranno alla Sala Trevi il tema della "Identità e disgregazione dell'uomo contemporaneo". A farla da padrone sono nomi internazionali e prospettive insolite, come quella adottata da Aleksandr Sokurov per il suo Aleksandra. Dopo aver mostrato il suo film a Cannes e a Torino, il regista russo avrà per la prima volta modo di parlare al pubblico del suo toccante dramma, sulla guerra in Cecenia, dagli occhi di una nonna al fronte. Non meno allarmante, il bilancio di Leonardo Di Caprio nel suo documentario. Ultimatum ambientalista a cui presta finanze e voce narrante, sostenendo che il pianeta terra proceda inesorabilmente verso la soglia del non ritorno, che dà il titolo al filmato: L'11 ora. Ancora più estrema, la denuncia che il cartellone ribadisce dall'Afghanistan con Un cuore grande: la regia militante di Michael Winterbottom si affida a un'irriconoscibile Angelina Jolie, per incarnare il dramma di Mariane Pearl, vedova dell'inviato del Wall Street Journal, rapito e giustiziato a Karachi nel 2002. Più intimista il fronte che indagano invece i grandi nomi di Halle Berry e Benicio Del Toro con Oltre il fuoco. Per la danese Susanne Bier, portano sullo schermo il dramma di due esistenze, che nella morte di una persona cara trovano la spinta per superare eroina e incomunicabilità.

Di un mondo ancora dilaniato da guerre e carestie parlano poi i documentari Piedi x terra e The Devil Came on Horseback: il primo è il toccante diario che Amanda Sandrelli compie in Malawi insieme al marito Blas Roca Ray, per ricongiungersi al piccolo Mobvutu, adottato a distanza tramite l'Ong Action Aid. Il secondo è invece l'inedita e urgente testimonianza di un Marine americano, che si è affidato alla telecamera per denunciare il dramma del Darfur. Contrasti ed esasperazioni del confronto tra Occidente ricco e terzo mondo sembrano poi confluire emblematicamente nella Rubljovka, la via dell'oro russa a cui la tedesca Irene Langeman ha dedicato il documentario Road to Bliss: via maestra di traffici mercantili, su cui dopo zar e dittatori, ha messo ora gli occhi anche il presidente Putin. Guardarsi indietro per andare avanti è poi l'imperativo che accomuna il viaggio nella memoria dell'italiano spazi (des)aparecidos, l'armeno Armin Wegner - The Genocide Photographer. Grazie al sostegno e agli archivi dell'associazione HIJOS, in collaborazione con Progetto SUR e Fotografi senza Frontiere, Sergio Lo Cascio e Gino Bianchi tornano sui luoghi della dittatura argentina per documentare il recupero degli ex centri clandestini di detenzione (teatri di tortura e sterminio), e far sì che si trasformino in spazi per la memoria. Il secondo è invece un richiamo alla memoria del genocidio armeno, compiuto dai Giovani Turchi, a cui il fotografo e poeta Armin Wegner è portato dalla sua storia personale. Simile prospettiva è quella adottata dal biografico Charging the Rhino: singolare diario intimo coprodotto da Canada e Romania, con cui il regista Simcha Jacobvici torna alle comunità ebraiche del suo paese, per ripercorrere il dramma di una famiglia, falcidiata dal nazismo prima e il comunismo poi. L'italiano Sergio Basso si spinge poi addirittura in Palestina, per un inquietante bilancio. Le tappe che compie sono quelle del Viaggio di Gesù, che presta il nome al suo documentario: un tempo luoghi sacri, oggi teatri di guerra e fazzoletti di terra contesi fra i popoli.

Più propriamente intimiste e fuori dal coro sono infine le prospettive offerte dal brasiliano Andarilho, con cui Cao Guimaraes affronta in pellegrinaggio la metafora della vita, e la testimonianza della Barcellona in rapidissimo cambiamento, che hanno ispirato lo spagnolo The Shifting City di Claudio Zullan. Alla rassegna, in programma alla Sala Trevi, il festival Tertio Millennio affiancherà come di consueto un convegno internazionale di studi, che nelle giornate dell'11 e 12 dicembre, metterà a confronto critici e giornalisti sul tema del festival. Per il terzo anno consecutivo si rinnova inoltre l'appuntamento con il concorso per cortometraggi e documentari. In occasione della premiazione, in programma per la serata del 14, saranno consegnati anche gli RdC Awards per le categorie cinema italiano, fiction, libri e colonne sonore. Il Festival del Cinema Spirituale Tertio Millennio è il primo festival realizzato con il Patrocinio del Vaticano. Inaugurato nel 1997 dal Pontefice Giovanni Paolo II, è organizzato a Roma dalla Rivista del Cinematografo della Fondazione Ente dello Spettacolo, presieduta da Dario Edoardo Viganò, in collaborazione con i Pontifici Consigli della Cultura e delle Comunicazioni Sociali, la Filmoteca Vaticana, il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale e con il contributo della Direzione Generale per il Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.