Abbiamo trovato il nuovo Presidente della Repubblica. Si chiama Giuseppe Garibaldi (Claudio Bisio), ha 55 anni, è un ex bibliotecario e, a tempo perso, pescatore di trote. La manovra maldestra di tre parlamentari traffichini (Giuseppe Fiorello, Massimo Popolizio e Cesare Bocci) lo trasforma, dall'oggi al domani, nel nuovo inquilino del Quirinale, tra l'incredulità generale e i mal di pancia dei "poteri forti" (Pupi Avati, Lina Wertmuller, Gianni Rondolino e Steve Della Casa). E il buon Peppe, sostenuto dagli amici e da uno stuolo di collaboratori fedeli (Kasia Smutniak, Remo Girone e Omero Antonutti), è destinato a dare una bella "scossa" all'ingessato e degradato mondo politico italiano. E non solo a quello.
E' Benvenuto Presidente, il nuovo film di Riccardo Milani - dal 21 marzo in 400 sale distribuito da 01 (producono Indigo Film e Rai Cinema) - "una commedia surreale di un paese surreale", come la definisce il regista, in sorprendente contemporaneità con gli eventi che hanno segnato la storia recente del nostro paese, dal grillismo alle dimissioni del Papa. Eppure la sceneggiatura di Fabio Bonifaci (su un soggetto di Nicola Giuliano, anche produttore) non possiede poteri divinatori né è stata riscritta in corso d'opera ma, sostiene Milani, "coglie un clima sociale diffuso e l'esplodere dell'antipolitica. Il film è stato scritto tre anni fa. Il Movimento 5 Stelle c'era già allora, ma senza quell'esposizione e quella forza che possiede oggi".
Rispedito però al mittente qualsiasi tentativo di mettere un cappello politico al film: "Se qualcuno parla di legalità - risponde Milani - mi sta bene. Meno se si infanga la storia partitica del paese, senza distinguo." E conclude: "Non mi schiero con l'antipolitica. Spesso si additano i politici per coprire responsabilità che sono di noi tutti".
Chi dichiara apertamente di essere stato "colto alla sprovvista" dagli eventi dell'ultimo anno e mezzo è il Presidente Claudio Bisio: "Un film che nasceva come farsa è diventato di colpo iperrealistico. Eppure ricordo bene la telefonata di Nicola Giuliano per avvertirmi che forse sarebbe saltato tutto: Napolitano aveva appena dimissionato Berlusconi e portato i tecnici al governo. Stava accadendo quello che noi avevamo immaginato". Bisio vede nei parlamentari del film "delle caricature, maschere di una commedia dell'arte aggiornata ai giorni nostri". Anche il comico milanese, che pure si rivolge a Grillo chiamandolo "collega", si smarca da qualsiasi etichettatura politica. Ma su chi sia il vero Giuseppe Garibaldi della politica italiana si espone senza paure: "E' il nostro Presidente, Giorgio Napolitano".