Questa mattina si è svolto presso lo Spazio Incontri del Venice Film Market/Industry Office dell'Hotel Excelsior l'incontro annuale organizzato da Microcinema circa la distribuzione di contenuti alternativi nelle sale, come possibile rimedio alla crisi del cinema italiano. “È un tema di attualità molto importante”, ha aperto il Presidente Coordinatore dei Distributori Cinematografici Italiani, Richard Borg: “Bisogna soddisfare le richieste del pubblico e il pubblico oggi chiede di più. Il nostro compito è organizzare al meglio la distribuzione, al fine di avvicinare lo spettatore verso contenuti per lui interessanti”. Gli fa eco Roberto Bassano, Amministratore Delegato Microcinema: “Dobbiamo trovare il coraggio di reinventare il concetto di cinema, offrendo al pubblico contenuti vari, ma persuasivi, in modo da riscattare l'economia del nostro cinema”.
Prima dell'inizio vero e proprio del convegno, la moderatrice dell'incontro e Direttore Generale Microcinema Silvana Molino, ha consegnato come da rituale i Premi Microcinema alle due sale che più delle altre in Italia si sono contraddistinte per la diffusione di contenuti alternativi ai film, quali ad esempio concerti, spettacoli circensi o addirittura partite di calcio. Il primo premio è andato al Piccolo Teatro di Don Bosco di Padova, mentre il secondo al Cinema Fulgor di Firenze. I vincitori hanno ricevuto una pergamena e un premio in denaro.
Il grande Sergio Leone diceva che il cinema deve essere spettacolo, perché è questo che vuole il pubblico. Se oggi fosse ancora vivo, c'è da chiedersi come reagirebbe entrando in sala per poi trovarsi di fronte ad un'opera lirica. “Probabilmente non si sentirebbe troppo turbato - afferma Daniele Vicari -. Il cinema è sala cinematografica e senza sala non c'è cinema. Bisogna riconsiderare quest'aspetto: l'estraniazione dello spettatore nei primi anni del Novecento, di fronte ad uno schermo che proiettava immagini in movimento, oggi sa di antico. L'avvento della televisione e dei videoregistratori ha stravolto la concezione filosofica di sala cinematografica. Così come allora, oggi stiamo affrontando un processo evolutivo che cambierà il modo di vedere il cinema”.
Successivamente sono intervenuti Luciano Stella, Esercente e Produttore Cinematografico, e Luigi Lonigro, Direttore Dipartimento 01 – Rai Cinema e Vice Presidente Distributori, i quali si sono concentrati più sull'aspetto generazionale. “Le nuove generazioni, in quanto tali, chiedono sempre qualcosa di nuovo, perché il nostro nuovo per loro è vecchio”, afferma il primo. Secondo entrambi l'obbiettivo è allontanare lo spettatore da casa, proiettando in sala tutto ciò che egli di solito guarda in televisione. Questo tentativo di spingere le persone verso un sentimento di disaffezione domestica ha come scopo quello di trasformare la crisi attuale in opportunità. Per farlo però è necessario tenere i cinema aperti dalla mattina alla sera, sette giorni su sette, programmando accuratamente i contenuti, secondo le richieste del pubblico. “Anche perché la sala cinematografica è un luogo di ritrovo e di appartenenza – aggiunge Lionello Celli, Presidente Anec -. In sala si cresce insieme sotto il profilo culturale e sociale. Pertanto veicolare contenuti innovativi, forti, può risollevare l'industria del cinema italiano”. Per ultimo è intervenuto il Responsabile Fice Sicilia, Sino Caracappa, che si è rivelato meno ottimista per quanto riguarda una veloce risalita del cinema italiano. “Ad oggi in Sicilia non c'è alcun segno di ripresa dalla crisi. L'idea di distribuire in sala contenuti complementari è funzionale e forse può risanare minimamente questa tragica situazione. Bisogna confidare nei giovani, che primi fra tutti hanno l'obbligo morale di impegnarsi culturalmente. Soprattutto, bisogna trovare al più presto un'identità, perché oggi con la sostenibilità non ci siamo”.