“Racconto i lati oscuri del potere e di questa città, Roma, attraverso un investigatore privato alla Christopher Marlowe, un eroe romantico”. Così il regista Marco Risi presenta il noir Cha cha cha, prodotto da Bibi Film e Babe Films con Rai Cinema e dal 20 giugno nelle nostre sale con 01 Distribution. Nella Roma cinica e grigia degli intrighi, gli affari sporchi e le intercettazioni, protagonista è Corso (Luca Argentero), che indaga sulla morte di un sedicenne travolto da un Suv: Michelle (Eva Herzigova), la madre del ragazzo, è un ex attrice con cui Corso aveva avuto una relazione, suo marito, l'avvocato Argento (Pippo Delbono), lavora nell'ombra e decide le sorti del Paese. Corso va dritto per la propria strada, incrociando altri personaggi: l'intercettatore, il fotografo degli scandali e l'ispettore Torre (Claudio Amendola), suo ex collega…
“Le cose vanno in un certo modo, ed è difficile farle cambiare”, dice Risi, che evidenzia la trama sotterranea di Cha cha cha, ovvero “l'amore mai detto tra Corso e Michelle, una bionda hitchcockiana tra Grace Kelly e Kim Basinger”, e ne spiega la genesi: “Volevamo raccontare il nostro Paese oggi, abbiamo pensato anche alla trattiva Stato-Mafia, avevo incontrato Ingroia e Ciancimino, poi abbiamo optato per filtrarla con gli occhi di un investigatore privato: se incasseremo 10 milioni, faremo il sequel…”.
Argentero è protagonista di una violenta sequenza in cui è nudo: “Non ero preoccupato per il nudo, ma che non funzionasse”, mentre Risi osserva come nel film siano “tutti corrotti tranne uno, lui, un investigatore eroe: io sono un vigliaccone, ma attraverso il cinema posso rappresentare un uomo che fa quello che mi piacerebbe fare nella vita”. Dallo schermo alla società, il regista prosegue: “Mi piace questo Papa che dice queste cose, e meno male: ci stavamo assuefacendo a un pensiero comune inutile, una filosofia andreottiana in cui tutto scivola e passa, ora qualcosa sta cambiando”. Forse, anche nel nostro cinema: “Cha cha cha è un film di genere per il pubblico”, dice il produttore Angelo Barbagallo, e tra i tanti evidenzia “il tema delle intercettazioni, così attuale”.
Viceversa, Amendola torna a lavorare con Risi dopo Mery per sempre (1988): “Per altre scelte (televisione, NdR), sono rimasto lontano dal cinema, ma voglio ripropormi e qui lo faccio con un essere doppio, avvolto dal mistero”, mentre Delbono punta l'attenzione sullo “sguardo, l'occhio che fa grande il cinema”. Infine, Eva Herzigova si emoziona, quasi si commuove per l'esperienza sul set: “Non è il mio mestiere, non sapere mi spaventava, ma mi ha anche regalato le ali per farmi volare”.