A impartire l'ordine di eliminare Ernesto Che Guevara sono stati gli americani. La conferma arriva da Le ultime ore del Che, documentario che l'italiano Romano Scavolini ha realizzato grazie ai materiali d'archivio resi pubblici dal Dipartimento di Stato Usa nel 2002. Il filmato, dalla prossima settimana in dvd grazie all'Istituto Luce, si avvale inoltre di un'ampia selezione di scatti inediti, messi a disposizione dall'allora capo dei servizi segreti boliviani. Attraverso le testimonianze di ufficiali dell'esercito, campesinos e dell'ultima civile che aveva parlato con il rivoluzionario sudamericano, il documentario si propone di sciogliere il mistero della sua morte, confutando la versione ufficiale sostenuta dal governo di La Paz, con l'appoggio degli Stati Uniti. "La nostra intenzione - spiega Scavolini - era quella di concentrarci soltanto sull'aspetto umano della vicenda. Negli oltre 30 anni trascorsi dalla sua morte, lo spessore iconografico assunto da Che Guevara ci ha allontanati dalla realtà e dal significato del suo viaggio esistenziale". Nelle intenzioni del regista, il documentario preluderebbe inoltre alla realizzazione di un film che pare abbia destato l'interesse di numerosi partner produttivi internazionali. Sempre stando a quanto affermato dal produttore Francesco Papa, maggiori sarebbero invece le difficoltà a reperire dei finanziatori italiani.
Come rivela il titolo, il documentario di Scavolini si concentra sulle ultime ore del Che. Tornando sul luogo con la sua troupe, il regista ha interpellato la popolazione locale, nel settembre del 1967 testimone della cattura del rivoluzionario da parte dell'esercito e dei rangers boliviani. A colpire è nel filmato la solidarietà pressoché indiscriminata che sembrano dimostrargli anche i militari e gli agenti dei servizi interpellati, che allora avevano il compito di scovarlo. In particolare emerge come in seguito al suo arresto, avvenuto sulle Ande boliviane nei pressi de La Higuera, nessuno volesse assumersi l'onere di giustiziarlo. L'ordine, rivela uno dei testimoni, proveniva direttamente dal presidente della Repubblica Barrientos su indicazione degli Stati Uniti. In risposta a precisa richiesta di indicazioni da parte degli ufficiali sul campo, il governo boliviano pare cioè abbia ordinato di assecondare le richieste americane, anche per guadargnare credito presso la Casa Bianca e cavarsi d'impaccio dal falso annuncio della morte del Che in combattimento, ufficialmente diramato alla stampa.