"L'amore non è mai banale, è però quasi impossibile da descrivere, un po' come l'essenza di Dio. Senza l'amore non potremmo esistere. Raccontare una storia d'amore banale sarebbe come raccontare il falso". Così Madonna - quest'oggi al Lido con la sua seconda opera da regista, W.E. (Fuori Concorso) - ha spiegato in un'affollatissima conferenza stampa la scelta di portare sul grande schermo la love story tra Wallis Simpson ed Edoardo VIII, che nella seconda metà degli anni '30 portò il sovrano inglese ad abdicare dal trono pur di non rinunciare all'amore per Wallis, donna con due matrimoni alle spalle. "Volevo investigare, capire, come fosse possibile che un re potesse rinunciare al trono per amore: perché l'ha fatto, che cosa aveva quella donna di così speciale?", si è chiesta e si chiede la regista. Che "ricostruisce" il legame della coppia - incarnata sullo schermo da Andrea Riseborough e James D'Arcy - attraverso una prospettiva contemporanea, grazie allo sguardo di Wally Whintrop (Abbie Cornish), intrappolata in un matrimonio infelice e ossessionata dalla storia d'amore per eccellenza del XX secolo, che in qualche modo "rivive" grazie all'esposizione a llestita a New York da Sotheby's in previsione dell'asta con tutti i cimeli appartenuti a Wallis ed Edoardo: "Ogni verità che si vuole raccontare finisce inevitabilmente per diventare soggettiva - dice ancora Madonna - e proprio per questo avevo bisogno di affidare il mio sguardo ad un personaggio attuale, che riportasse sullo schermo il frutto di anni di ricerche sull'argomento".
Scritto dalla regista insieme ad Alek Keshishian, W.E. - acquistato per l'Italia dalla Archibald - riabilita in larga misura la figura di Wallis Simpson, la duchessa di Windsor mai accettata dalla famiglia reale e mai entrata nei cuori della popolazione britannica: "All'epoca la stragrande maggioranza della gente non riuscì a comprenderla, così come non riuscì a comprendere la scelta del re abdicatario. Bisogna invece provare a pensare a lei come essere umano, non come lo strumento che costrinse il sovrano a rinunciare al trono", continua Madonna, che sceglie per il suo doppio racconto un altro parallelismo, stavolta estetico: "Il mondo di Wallis è caratterizzato da lusso e decadenza, la stessa cosa vale per Wally, rinchiusa in una gabbia dorata, abituata alla bellezza e al glamour, elementi che a conti fatti non garantiscono la felicità", spiega la regista.
Alla sua seconda prova dietro la macchina da presa dopo Sacro e profano, abituata però a convivere con il cinema da tempo: "Amo i film da quando ero bambina e ho sempre sognato di poterli realizzare da grande. Tutto sommato - conclude la pop star - mi considero una persona che racconta delle storie e non vedo questa grande differenza tra lo scrivere canzoni e dirigere film".