Touch of the Light di Chang Jung-Chi trionfa alla sesta edizione del Fiuggi Family Festival svoltasi quest'anno dal 21 al 28 Luglio.”Con un linguaggio universale capace di intercettare il pubblico giovanile affronta il tema del talento e della diversa abilità”. Questa la motivazione della giuria del concorso internazionale, presieduta per il secondo anno consecutivo dal regista Fernando Muraca, che ha selezionato come più meritevole il film taiwanese del 2012 candidato agli oscar. “Il film coniuga il sogno della propria realizzazione con i limiti che ciascuno ha con la realtà. –continua la motivazione - Il regista, con abilità, riesce a raccontare due storie in parallelo senza che il film risulti discontinuo.
Touch of the Light  suggerisce, attraverso le figure adulte nel loro complesso, strategie di custodia e di stimolo all'autonomia, che va conquistata con sforzi personali, relazioni ed accettazione delle sconfitte.” Il film racconta la storia di Siang, giovane cieco cresciuto nella campagna taiwanese, che si ritrova per la prima volta da solo quando viene accettato in una prestigiosa accademia di Taipei. Nonostante il suo handicap, e la riluttanza della madre nel lasciarlo partire, il giovane riesce a farsi benvolere e a crearsi delle amicizie nel nuovo ambiente: inoltre, si trova presto in sintonia con Jie, cameriera di un fast food che sogna la carriera di ballerina.
I componenti della giuria del concorso di quest'anno sono il regista Stefano Alleva e l'attrice Eva Spadlo; Stefania Schettini Perillo (Agesc); Stefania Binetti (fondazione Alberto Sordi); Patrizio Romano e Daniela Paludi (associazione Far Famiglia).
Il film taiwanese è stato anche premiato dalla stampa accreditata al festival: “Un film completo – si legge nella motivazione dei giornalisti -  che promuove la cultura, la danza, la musica. Presenta con delicatezza la disabilità e invita ad ascoltare e ad accettare l'altro. La condivisione delle esperienze e il progettare un futuro insieme si pone nel film come messaggio di speranza rivolto alle nuove generazioni. Viene rivalutato il corpo come strumento nel suggerire che l'inabilità apre anche a possibilità inattese.”
I giornalisti hanno inoltre attribuito una menzione speciale al film Allez Eddy! del belga Gert Embrechts: “Per l'originalità registica con cui è trattato il tema centrale. Interessante l'originalità nella narrazione e nello stile. La ricostruzione dell'epoca anni '60 è ottimale quanto la scelta del cast”.