Dopo un avvio difficile di sconfitte, polemiche e silenzio stampa ci fu la metamorfosi della nazionale italiana contro Argentina e Brasile e la cavalcata fino a sollevare la Coppa del Mondo. La storia di questa squadra vincente e dell’emozionante trionfo ai Mondiali di Spagna 1982 ce la racconta il regista Manlio Castagna nel suo doc Il viaggio degli eroi in uscita al cinema come evento speciale il 20, 21 e 22 giugno distribuito in 107 copie da Altre Storie.

Gli “eroi” azzurri sono Giancarlo Antognoni, Giuseppe Bergomi, Antonio Cabrini, Bruno Conti, Claudio Gentile, Dino Zoff, Gianluca Vialli e poi anche Paolo Rossi e Gaetano Scirea. A dare voce e anima al loro viaggio: Marco Giallini.

Marco Giallini - Il viaggio degli eroi

“Questo doc è un prodotto straordinario. Mi sono emozionata molto vedendolo, è pieno di pathos questo racconto del viaggio dell’eroe che va verso la vittoria. Il commissario tecnico Enzo Bearzot scelse di scommettere su Paolo Rossi. Il suo rapporto con lui era come quello di un padre con un figlio. È stata una squadra di persone autentiche”, dice Federica Cappelletti, vedova di Paolo Rossi.

E Antonio Cabrini: “Questo è un documentario che farà venire la pelle d’oca a tutti. Un doc che parla della vita di un paese e del sentimento coeso dei ragazzi. Un sentimento che ci ha portato a vincere la coppa del mondo. Essere un gruppo di amici è stato fondamentale. Una vittoria merito anche di persone che oggi non sono più qui con noi”.

“È stata una vittoria che ci ha dato la possibilità di pensare in modo positivo al 100%. Dopo la partita con il Brasile e con l’Argentina abbiamo capito che c’era la possibilità di vincere il mondiale, prima eravamo un po’ depressi”, dice Giancarlo Antognoni.

Una vittoria che tutti ritenevano impossibile tranne “quei ragazzi dell’82”. Una favola di riconoscenza e di riscatto che vide protagonista quella che tutti ironicamente chiamavano “l’Armata Brancabearzot” e che alla fine diventò una famiglia. Una vittoria che costituì il motore propulsore capace di dare nuova linfa e consentire all’Italia di superare uno dei momenti più bui.

Ma quale è stato il criterio scelto per selezionare il materiale? “Ho tolto tanto di quello che c’era intorno- risponde il regista-. Avrei raccontato di più quello che era l’Italia negli anni ottanta, ma quello che c’è in questo film è davvero molto prezioso. È un percorso narrato attraverso undici tappe, undici momenti cruciali come i calciatori che scendono in campo per affrontare l’avversario e che segue il viaggio dell’eroe ovvero di colui che non è predestinato alla vittoria ma che le circostanze lo portano a diventare tale”.

Scritto da Manlio Castagna insieme a Manuela Cacciamani, che lo ha anche prodotto con One More Pictures, Rai Cinema e Rai Com, questo doc, come sottolinea l’ad di Rai Cinema Paolo Del Brocco è “importante perché rappresenta un momento storico e insegna a tutta una generazione che con l’impegno tutto si può fare”.

“Ci hanno giudicato prima del tempo e volevano solo creare problemi, un giudizio nato prima di partire per i mondiali e che è andato avanti per le prime tre partite, dopo i primi tre pareggi, poi abbiamo deciso di fare silenzio stampa”, racconta Bruno Conti. E sulla nazionale di oggi, che è stata appena esclusa dai mondiali, commenta sviando: “Siamo qui per presentare una cosa bellissima”.

Mentre Antognoni conclude: “La nazionale è un patrimonio di tutti. La difendiamo è una squadra sperimentale quindi aspettiamo l’esito tra qualche anno. È una nazionale che ha vinto gli europei qualche anno fa quindi bisogna anche ricordarsi le cose positive e non solo quelle negative”.