“Il Med Film Festival è come un faro per tutte le culture del mediterraneo. E’ un approdo, un asilo, un luogo nel quale si può esprimere la ricchezza culturale di tutta quest’area”, con queste parole e citando Il ciclope di Paolo Rumiz (che è appunto un faro in un luogo volutamente non precisato del Mediterraneo) Ginella Vocca ha introdotto la conferenza stampa di presentazione del festival da lei presieduto, che si terrà dal 9 al 18 novembre a Roma. 

La XXIV edizione del Med parte con due grandi novità. Da quest’anno infatti il festival ha un nuovo direttore artistico: il giovanissimo Giulio Casadei. In più la storica sezione Open Eyes, dedicata ai documentari, è stata unita al Concorso Ufficiale - Premio Amore&Psiche: un totale di dieci film di cui sette lungometraggi di finzione e tre documentari, tra questi cinque saranno opere prime.

“Abbiamo ribaltato lo schema classico dei festival che di norma aprono con un film più leggero e chiudono con film più forti. Apre il concorso il siriano The Day I Lost My Shadow di Soudade Kaadan che è un film molto duro e chiude il festival, fuori concorso, il maestro israeliano Amos Gitai con A Tramway in Jerusalem”, spiega Giulio Casadei dopo aver ringraziato Ginella Vocca per avergli conferito questo importante incarico. Il neo direttore artistico ha poi presentato il vasto programma. I titoli in concorso sono: il tunisino Weldi di Mohamed Ben Attia, il turco Sibel di Cagla Zencirci e Guillaume Giovanetti, l’egiziano Yomeddine di Abu Bakr Shawky, il franco-marocchino Sofia di Meryem Benm’barek, il francese Treasure Island di Guillaume Brac, l’iraniano Orange Days di Arash Lahooti, il libanese The Swing di Cyril Aris, lo spagnolo Facing the Wind di Meritxell Colell Aparicio e l’algerino On the Hillsides di Abdallah Badis.

I paesi protagonisti di quest’edizione saranno la Tunisia e la Spagna. La Tunisia sarà celebrata con  il Premio alla Carriera alla produttrice Dora Bouchoucha e con una giornata speciale che vedrà in programma non solo Weldi di Mohamed Ben Attia, ma anche L’Amour des hommes di Mehdi Ben Attia con Hafsia Herzi e l’anteprima italiana di Tunisia Factory. “Questa è veramente una bella vetrina per il cinema tunisino che è molto creativo. Il nostro è un paese così vicino all’Italia eppure allo stesso tempo paradossalmente così sconosciuto alla maggior parte delle persone”, ha commentato l’ambasciatore tunisino Moez Sinaoui. La Spagna invece avrà come ospite l’attrice e ballerina Mònica Garcia e una selezione speciale di cortometraggi. “Sono tanti anni che collaboriamo con il Med e questa è la seconda volta che si fa un focus sulla Spagna. Da ottobre in poi a Roma ci sono tantissimi festival di cinema, ma a noi piace questo”, ha detto Juan Carlos Reche, il direttore del Cervantes, istituto che ha la sede vicina a dove si svolgeranno gli eventi del festival che saranno per la maggior parte al Cinema Savoy e  al Macro-Museo d’arte contemporanea di Roma. 

In programma anche venti film per il Concorso Cortometraggi- Premio Methexis e Premio Cervantes curato da Alessandro Zoppo. Inoltre sarà ospitata la VII edizione dei Lux Film Days a Roma con la proiezione dei film finalisti del Premio Lux 2018 tra cui Lazzaro felice di Alice Rohrwacher, l’unico italiano nella rosa dei dieci film europei in concorso.

Un focus speciale, curato da Veronica Flora, sarà poi dedicato alla creatività femminile con opere che raccontano il corpo della donna e la forza propulsiva del desiderio. “Questo cinema al femminile è in coerenza con la linea del Med degli anni passati e non è stato fatto assolutamente per cavalcare l’onda del #MeToo. L’anno scorso come manifesto del festival avevamo la Medea di Pasolini, un’icona femminile che ha rappresentato la ribellione del mondo femminile a quello maschile, e le registe donne sono sempre state tantissime”, specifica Giulio Casadei.

Ampio spazio poi sarà dato al cinema italiano con la vetrina Le Perle, focus sul nostro cinema indipendente e i suoi autori. Tra i film in programma: Sembra mio figlio di Costanza Quatriglio, Il sogno di Omero di Emiliano Aiello e Talien di Elia Mouatamid. Nell’ambito della sezione sarà anche dedicata una serata al lavoro di Stefano Savona e in particolare alle sue due opere ambientate in Palestina. 

Tra gli eventi speciali: una masterclass con la regista Costanza Quatriglio, un incontro dedicato al tema dell’immigrazione nel nostro paese organizzato da Piùculture, una mostra fotografica sul tessuto urbano di Roma che si terrà al Mercato di Piazza Alessandria e il Medmeetings, una riflessione sulle opportunità commerciali dei film dell’area Euro-Mediterranea e sulle opportunità offerte dal nuovo bando “Lazio Cinema International”. 

Quest’anno eccezionalmente saranno attribuiti due premi alla carriera e non solo uno, in rappresentanza delle due sponde del mediterraneo e di due modi diversi di intendere il cinema: uno sarà dato a Liliana Cavani “per il suo impegno intellettuale e morale contro la banalità e gli stereotipi femminili” e l’altro a Dora Bouchoucha, produttrice innovativa e inarrestabile in un settore in prevalenza maschile. Infine il premio Koiné 2018 sarà dato a Amnesty International. 

“Il Med Film Festival è un miracolo ed è bellissimo che ce la facciamo di anno in anno”, ha concluso Ginella Vocca ringraziando tutti i partner della manifestazione tra cui le due nuove collaborazioni con la Festa del Cinema di Roma e la Rivista del Cinematografo.